Roberto Lagalla Carolina Varchi 1-1 e palla al centro. Volendola parafrasare in termini calcistici, se il sindaco aveva realizzato un gol sulla questione Palermo Pride, accentrando a sè buona parte del centrodestra, il vicesindaco ha replicato con una rete da antologia sul piano di riequilibrio, aiutata dagli assist del suo capogruppo Giuseppe Milazzo. Vittoria ‘certificata’ dalla foto che la maggioranza si è scattata dopo il voto. Unico grande assente, appunto, il primo cittadino. Certamente si tratta di un momento estemporaneo dei lavori della consiliatura e Roberto Lagalla avrà avuto i suoi impegni, ma la metafora calcistica usata dall’esponente di “Oso” Ugo Forello durante la discusssione in aula sembra invece ben calzare con quello che è stato l’andamento del dibattito politico all’interno centrodestra.

L’isolamento dell’assessore Falzone

Manovra che condizionerà il futuro della città per i prossimi dieci anni. Al di là degli aumenti e dell’alto prezzo da pagare per riportare i conti di Palazzo delle Aquile in asse, il tema più importante ha riguardato il piano del personale comunale, con la bocciatura dell’aula alla manovra figlia della direttiva vincolante del sindaco. Dal centrodestra non è arrivato l’emendamento atteso per un giorno intero dal Consiglio ed annunciato dall’assessore al Personale Dario Falzone. L’ex vicesindaco di Diego Cammarata è finito in mezzo ad una collisione di visioni fra il primo cittadino e l’ala del partito di cui è espressione. Dal canto suo, l’esponente di Giunta ha difeso la sua posizione, non rinnegando quanto proposto insieme al sindaco. Una scelta di coerenza politica che gli rende onore, anche se va registrato l’isolamento a cui è stato soggetto in Consiglio Comunale.

Milazzo conduce e trascina il centrodestra

Lavori d’aula che hanno avuto un unico grande mattatore: Giuseppe Milazzo. L’eurodeputato e capogruppo di Fratelli d’Italia ha fatto il bello e il cattivo tempo nel centrodestra, dettando l’agenda politica dell’intera coalizione. Una maggioranza che ha sfruttato tutte le mosse politiche a sua disposizione, anche quelle ‘eticamente’ al limite. Come quella di presentare una pregiudiziale, esposta dall’esponente di Lavoriamo per Palermo Salvo Alotta, per chiedere la presenza del sindaco e degli assessori in aula, salvo poi bocciarla. Mossa chiaramente mirata a ridurre i margini di manovra delle opposizioni, in modo da accelerare i tempi sull’approvazione dell’atto arrivata ieri sera. Via libera accolto con il sorriso da tutti i componenti della maggioranza, anche al netto della sequela di aumenti che colpirà le tasche dei cittadini palermitani nei prossimi dieci anni e di una manovra di stabilizzazione e turnover del personale che ad oggi regna nell’incertezza.

La stoccata delle opposizioni: le barricate di “Oso” e Azione

Dopo la bocciatura dell’emendamento presentato dall’esponente di “Oso” Ugo Forello, basato proprio sulla diretttiva del sindaco, a Sala delle Lapidi non si potrà rivedere lo stesso atto. E proprio le opposizioni escono paradossalmente rafforzate da questa ultima sessione d’aula. Fabrizio Ferrandelli ed Ugo Forello in particolare hanno messo i bastoni fra le ruote all’intero centrodestra, procedendo a forza di richiami al regolamento e di interventi sull’ordine dei lavori. Impasse dal quale il centrodestra è uscito solo alzando bandiera bianca alle 5 del mattino di ieri, con il richiamo al buon senso del consigliere di Forza Italia Pasquale Terrani.

Forza Italia statica

E, a proposito degli azzurri, va registrato un certo torpore all’interno del partito più numeroso della maggioranza. Al di là di Giulio Tantillo, chiamato agli straordinari per gestitre un’aula a tratti ingovernabile, gli altri consiglieri sono risultati poco appariscenti, quasi inermi di fronte all’ardore politico del capogruppo di Fratelli d’Italia. Da un partito al cui interno figurano ben sette consiglieri comunali ci si sarebbe aspettato qualcosa in più, proprio sul fronte del personale. Argomento sul quale, nella scorsa consiliatura, si concentrò buona parte dell’attenzione politica del centrodestra.

Il grande ‘sconfitto’ di giornata: Roberto Lagalla

Il grande sconfitto di giornata però è uno solo: Roberto Lagalla. Il sindaco è rimasto isolato sulla direttiva vincolante che aveva proposto per modificare il piano del fabbisogno del personale contenuto all’interno del piano di riequilibrio. Una manovra che lo stesso primo cittadino ha ritenuto fondamentale per risolvere l’annosa questione del dissesto funzionale degli uffici. L’idea era quella di stabilizzare, in maniera progressiva, tutte le categorie di lavoratori part-time alle 36 ore, sostituendo progressivamente i dipendenti in età di pensionamento con nuove assunzioni, anche nei quadri dirigenziali. Un’operazione da finanziare con il capitolo di spesa già disponibile dei fondi del turnover e che doveva essere tramutato in fatti da un emendamento da presentare in Consiglio Comunale. Atto che, come sopra detto, era stato annunciato sia da Dario Falzone che da Sergio Pollicita. Ma non è mai arrivato, se non per volontà delle opposizioni. Ma anche in quel caso, l’emendamento è stato bocciato. Nessun favorevole, tutti astenuti. Al di là delle parole di circostanza, è un voto che, come sottolineato dalle opposizioni, apre una scollatura fra il sindaco e la sua coalizione. Agli attori in campo spetta adesso risolverla, per ritrovare compatezza in vista del bilancio di previsione 23-25, atto fondamentale per sbloccare la spesa.

 

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