Insieme ad altri 4 colleghi di allora, è stato il primo dirigente generale “licenziato” dal Governatore Crocetta ad un mese dal suo insediamento. Gianluca Galati (classe 1973, sposato, con un figlio, laurea in giurisprudenza, con esperienza più che decennale nella Pubblica Amministrazione), responsabile del dipartimento dell’Energia fino alla fine del governo Lombardo, torna a parlare pubblicamente di quella esperienza quasi cinque anni dopo il suo licenziamento. Non per motivazioni vere e concrete, non per fine contratto ma, per spoil system ‘preventivo’, ovvero, sol perché nominato da un altro Presidente.
Per quel ‘licenziamento’ ha ottenuto dal tribunale del lavoro un risarcimento pari a circa dodici mesi di stipendio. Eppure proprio lui è un forte sostenitore del concetto stesso di spoil system.
“Sono un tifoso del sistema anglosassone, in cui ogni nuova amministrazione costruisce la propria squadra e con essa si scommette – dice Galati a BlogSicilia – ben venga lo spoil system ma, a patto che non diventi un mezzo per provare a tenere sotto scacco i vertici dell’Amministrazione o uno strumento per creare capri espiatori. La politica è giusto che scelga la propria squadra ma occorre che dia garanzia di un giudizio sereno sulle capacità professionali e sugli obiettivi raggiunti, condividendone la responsabilità di eventuali insuccessi.”
Concetti perfino scontati ma sui quali oggi sembra necessario interrogarsi di nuovo visto l’uso che di questi strumenti è stato fatto.
Ma quelle scelte riguardavano la competenza o furono soltanto ritorsioni politiche che nulla avevano a che vedere con l’amministrazione?
“Probabilmente, si voleva dare, anche, un segnale di “rottura” con il passato, cosi, almeno, è stato annunciato; più che legittimo, per carità, anche da un punto di vista politico. Il dato obiettivo è che sono stato anche l’ultimo in quanto, successivamente, tutta la macchina amministrativa di vertice è rimasta pressoché identica a quella degli anni precedenti. La competenza di un professionista andrebbe giudicata dagli altri e non da se stesso, si rischia di cadere nell’immodestia. In ogni caso le risponderò con sincerità, anche, per rispetto dei tanti funzionari che in quel periodo a dir poco “complicato” di gestione del Dipartimento Energia hanno fatto più di me, sotto l’accurata direzione dell’Assessore dell’epoca, l’ex Prefetto Giosuè Marino, raggiungendo importanti risultati. Non so se si sia trattato di ritorsioni politiche ma, certamente, la scelta non si è basata sulle competenze. Nel mese trascorso dall’insediamento della nuova Giunta al mio licenziamento non sono riuscito nemmeno a relazionare sullo stato dell’arte, ricordo, che non si è fatto nemmeno un passaggio di consegne degno di questo nome. L’idea che mi sono fatto io è che, in parte, la scelta sia stata dovuta alla politica “dell’annuncio” .
Ci spieghi meglio…
“Avrei ritenuto utile, per l’Amministrazione, relazionare al nuovo Presidente sul caos trovato all’atto del mio insediamento al Dipartimento Energia, sulle circa 15.000 pratiche inevase, sugli strumenti adottati per dare trasparenza agli iter istruttori (che come è noto, hanno in quel periodo, dato vita a diverse indagini giudiziarie), sull’attuazione della norma relativa alle richieste di informazioni antimafia, sul monitoraggio degli accessi al dipartimento, sull’utilizzo dei fondi europei…Sarebbe stato più funzionale capire ciò che si era fatto e poi decidere. Ecco, forse, sono stato oggetto più di una scelta aprioristica legata al bisogno di annunciare in fretta “il nuovo corso” che di merito”.
Ci racconti un po’ questi cinque anni…
“Dopo la chiusura del mio rapporto di collaborazione, ho intrapreso un nuovo percorso professionale. Oggi, infatti, lavoro nel settore delle relazioni istituzionali per un importante Gruppo, leader a livello europeo; ed, inoltre, mi sono occupato di gestione di Società confiscate alle mafie. Esperienze che mi hanno consentito un arricchimento professionale e relazionale. Non ho mai nascosto, nemmeno, a me stesso, di essere stato e di essere tuttora un “privilegiato”, in un momento, soprattutto, in cui molti, probabilmente, più competenti di me sono costretti a cercare fortuna altrove”.
A distanza di quasi 5 anni qual è la situazione del settore produttivo siciliano?
“Molti siciliani vivono sulla propria pelle la crisi atavica del nostro sistema economico – produttivo. La disoccupazione tra il 2012 e il 2016 è aumentata (vi sono circa 50.000 posti di lavoro in meno), il settore dell’Agricoltura è tutt’oggi in crisi, il calo demografico drammatico; il sistema viario cade a pezzi. Si afferma che oggi abbiamo una situazione dei conti migliorata, non lo so, ma, certamente, siamo ancora in una profonda crisi strutturale. La cosa che mi fa rabbia, avendo l’opportunità di lavorare, anche fuori dalla nostra terra, è che ancora oggi la nostra regione non sia al passo. Una regione dove possano esistere le condizioni per attrarre investimenti, una regione che conosca e valorizzi le proprie risorse umane e produttive. Un esempio per tutti. In molte Regioni, anche del Sud, vedi la Puglia, si è riusciti a fare del settore della green economy un settore trainante per l’economia; da noi, pur partendo da condizioni ambientali favorevoli, ciò non è avvenuto. E’ mancata del tutto una chiara politica energetica. E’ oggetto di cronaca da anni, oramai, la polemica sull’eolico, per fare un esempio; a mio avviso, il problema non è quale strada si decida di perseguire ma, è il non decidere che blocca ogni iniziativa e le scelte strategiche toccano alla politica!! ”
Lei ha legittimamente il “dente avvelenato” ci passi il termine. Ma tentando di restare obiettivi cosa avrebbe dovuto e potuto fare questo governo per la Sicilia?
“Come le dicevo ho una vita professionale piena e soddisfacente. Tra l’altro, e lo dico senza ironia, sono grato al Presidente Crocetta per avermi “licenziato”, dandomi così la possibilità di fare altro e, facendomi ritrovare una maggiore serenità! Senza entrare particolarmente nel merito, a mio avviso, questo Governo si è contraddistinto spesso più per gli annunci che per fatti concreti; ci si è concentrati più sulle conferenze stampa indette per comunicare iniziative spesso ordinarie (ad esempio ricordo il clamore relativo alle certificazioni antimafia, previste per norma e già da tempo, almeno nel mio dipartimento utilizzate). Lei, lo scriverebbe un articolo su un cittadino che dichiara che quando è alla guida si ferma al semaforo rosso?? Oppure conferenze stampa con annunci straordinari, come, per restare nel mio ambito, l’assunzione di migliaia di giovani attraverso il Patto dei Sindaci. Ecco forse sarebbe stato meglio perseguire quelle assunzioni e annunciarle solo dopo averle realizzate.
Guardando, invece, al futuro, da cittadino mi auguro che, chiunque, tra le diverse personalità in campo sia eletto, si muova su un particolare asse portante: questa estate ho letto un saggio del filosofo canadese Alain Deneault il quale afferma che in ogni organizzazione, nei posti decisionali vince spesso il conformismo… ecco io, come scrive lo stesso filosofo, mi auguro che possa vincere il coraggio, la curiosità, il talento; solo cosi non noi, ma i nostri figli, potranno aspirare ad una amministrazione pubblica sana e competitiva”.
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