- Dell’Utri presente in aula
- Fici “Chi ha agito fuori dalle leggi lo ha fatto per salvare assetto di potere”
- “Nessuno dubita dell’esistenza di menti raffinatissime che hanno agito nell’ombra”
Nel giorno dell’inizio della requisitoria dei sostituti procuratori generali, nell’appello del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, in aula a Palermo dopo tempo si è presentato l’ex senatore Marcelo Dell’Utri.
Dell’Utri è stato condannato in primo grado a 12 anni di carcere, dal 2019 ha finito di scontare la pena per concorso esterno alla mafia. Imputati, oltre all’ex senatore di Forza Italia sono i boss mafiosi Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, gli ex ufficiali dei carabinieri del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno. Uscito da processo per la prescrizione del reato di calunnia, Massimo Ciancimino. In primo grado, il figlio del sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, aveva avuto 8 anni.
Il sostituto procuratore Giuseppe Fici ha detto in uno dei passaggi della requisitoria: “Chi ha agito fuori dalle leggi lo ha fatto per salvare un determinato assetto di potere e per tutelare il rapporto con la politica. Lo ha fatto facendo favori ai mafiosi, al di fuori dalle corrette dinamiche democratiche. E noi vogliamo sapere perché”.
Fici ha aggiunto: “C’è qualcuno in quest’aula che dopo avere letto e sentito le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, gli atti su via D’Amelio, dubiti dell’esistenza di soggetti che hanno agito nell’ombra? Nessuno, riteniamo noi, dubita dell’esistenza di menti raffinatissime, di pupari che hanno agito nell’ombra con evidenti gravi condotte che appaiono non comprensibili e certamente non giustificabili”.
A dicembre l’assoluzione di Mannino in Cassazione
Ad inizio dicembre dello scorso anno la Cassazione confermò l’assoluzione dell’ex ministro Calogero Mannino, difeso da Grazia Volo, nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. I supremi giudici della Sesta sezione penale dichiararono inammissibile il ricorso proposto dai pubblici ministeri di Palermo contro il proscioglimento di Mannino emesso dalla Corte di Appello di Palermo il 22 luglio 2019. L’ex ministro era accusato di minaccia a Corpo politico dello Stato. Anche in primo grado l’ex politico democristiano era stato assolto.
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