Dal 25 maggio nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie di Palermo non sarà più garantita la mensa scolastica. A comunicarlo agli istituti è stato ieri il Comune con una nota.

L’allarme lanciato da Ferrandelli

“Il Comune di Palermo, con una nota, annuncia la sospensione per mancanza di fondi, dal 25 maggio, delle mense scolastiche per più di 2000 mila bambini tra i 4 e gli 11 anni. Una vera mazzata per le famiglie che si troveranno in difficoltà perché all’improvviso si vedono private di un servizio ormai essenziale“, dichiara il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli. Secondo il candidato, “la mensa, nelle scuole pubbliche, non significa dare da mangiare agli studenti, ma ha anche un ruolo nel contrasto alla dispersione scolastica. Il momento del pasto, inoltre, favorisce l’integrazione sociale e si fa strumento di contrasto alla povertà non solo economica di bambini e adolescenti, come anche dimostrato di recente da Save The Children nel rapporto ‘Nuotare contro corrente’, in cui la mancanza della mensa viene considerato uno degli indicatori per misurare la povertà educativa”.

A Palermo bambini discriminati

“A Palermo – continua Ferrandelli – è in atto un’intollerabile discriminazione nei confronti dei bambini che frequentano le scuole. A conferma di tutto ciò, ecco che adesso viene interrotto il servizio! La sospensione di questo servizio denota la mancanza d’interesse per i più giovani da parte dell’amministrazione uscente. Per fortuna – sottolinea il candidato – siamo differenti da loro e siamo pronti a far diventare le scuole dei centri civici di quartiere, i luoghi da cui coltivare i bene comuni e far risorgere la città”.

Disagi per 2500 studenti

A sollevare la questione è anche Lucia Bonaffino, responsabile Scuola del Pd per Palermo e provincia, che avverte: “Si prevedono non poche difficoltà per le famiglie dei 2.500 piccoli alunni che usufruiscono della refezione, le quali, nonostante abbiano già pagato sino alla fine dell’anno scolastico, si vedranno interrompere il servizio”.
La competenza della refezione nelle scuole del primo ciclo d’istruzione (asili, elementari e medie) è del Comune, che affida la fornitura dei pasti a una ditta esterna tramite gara pubblica. “La sospensione è causata dalle lentezze e inefficienze con cui è stato gestito l’appalto”, spiega Lucia Bonaffino.

Il servizio in proroga

“Il servizio era già in proroga da settembre e il Comune sapeva già che avrebbe dovuto avviare una nuova gara per garantire la fornitura dei pasti sino a fine anno scolastico. Cosa che viene fatta, ma a gennaio, ben 4 mesi dopo. Già allora si sapeva che i tempi tecnici, necessari alla complessa procedura, avrebbero comportato forti ritardi. E così infatti è stato. La gara è stata aperta il 14 aprile e ad oggi devono ancora essere esaminate le offerte tecniche”.

Il problema è la burocrazia

“Non è dunque un problema di fondi, come erroneamente detto in queste ore da un consigliere comunale. Anzi, i soldi stanziati ci sono e ammontano a circa 649 mila euro. Il problema è stato un altro e si chiama burocrazia”. “Il Comune si attivi per superare ritardi e difficoltà e garantisca il diritto al pasto caldo fino al termine delle attività didattiche – esorta la responsabile Scuola del PD – Le famiglie hanno già pagato la retta per il mese di maggio e, in alcuni casi, anche quella di giugno, e si rischia l’interruzione di pubblico servizio”.