Un vero e proprio pasticcio alla Regione per quanto riguarda la nomina dei dirigenti generali. Con una decisione  della Sezione lavoro della Suprema Corte di Cassazione del 17 novembre 2022 sul caso della mancata rinomina di Salvo Taormina a dirigente generale, la suprema Corte ha statuito che nessun dirigente di terza fascia può essere nominato direttore generale.

La sentenza che inguaia la Regione

Nonostante la sentenza riguardi il caso specifico, essa pone un precedente chiaro: non si può nominare al vertice dei dipartimenti dirigenti di terza fascia. La conseguenza per la Regione è che non ci sono più dirigenti da nominare. In Sicilia, infatti, restano pochissimi dirigenti di prima e seconda fascia, si contano sulle dita di una sola mano, mentre la quasi totalità della dirigenza appartiene alla terza fascia.

Il caso

Il caso prende spunto dalla vicenda relativa al mancato rinnovo dell’incarico di dirigente generale, durante la precedente legislatura, a Salvatore Taormina, che aveva proposto ricorso contro la presidenza della Regione Siciliana e contro l’assessorato all’Economia. Taormina, dirigente di terza fascia, aveva perso il suo ricorso sia in primo che in secondo grado. Adesso la Cassazione conferma i pronunciamenti precedenti e statuisce l’illegittimità della nomina all’apice dei Dipartimenti di un dirigente di terza fascia. Un pronunciamento che rischia di gettare nel caos l’intera amministrazione regionale per l’assenza di dirigenti di fascia superiore in numero sufficiente a ricoprire gli incarichi nei Dipartimenti.

Il percorso giuridico

In primo grado una sentenza aveva già respinto la domanda del dirigente intesa a censurare il mancato rinnovo dell’incarico di dirigente generale del Dipartimento delle finanze e del credito dell’Assessorato Regionale all’Economia e il mancato conferimento di un incarico equivalente. In sostanza, secondo il giudice, la clausola di
salvaguardia invocata dal lavoratore non poteva trovare applicazione per un dirigente di terza fascia. Una legge regionale del 2003 permetteva tale nomina ma una pronuncia della Corte Costituzionale nel 2013 ha stoppato tutto escludendo di fatto i dirigenti di terza fascia dalla nomina come dirigenti generali. Per questo gli ermellini hanno respinto il ricorso di Taormina.

Quest’ultimo si è anche appellato al fatto che anche successivamente al 2014 l’amministrazione regionale ha provveduto a nominare come direttori generali dirigenti di terza fascia. Anche questo aspetto del ricorso è stato respinto. I dirigenti di terza fascia quindi non possono essere nominati, un bel guaio per l’amministrazione regionale.

Le interrogazioni

Già nei giorni scorsi a seguito della sentenza della Suprema Corte, il deputato del Partito Democratico Nello Dipasquale aveva evidenziato che “Serve una riforma”, pena l’illegittimità delle nomine e danni economici per la Regione. “Eppure – aveva detto – il governo ha deciso di ricorrere a questi dirigenti per attribuire gli incarichi apicali nella maggior parte delle strutture regionali. Occorre un’immediata riforma della dirigenza”.

La facoltà di “nominare come dirigenti generali, oltre ai dirigenti di prima fascia ed ai soggetti esterni, i dirigenti dell’amministrazione regionale in possesso dei requisiti ivi specificati va comunque ristretta ai dirigenti di seconda fascia”, si legge nella sentenza che prosegue: “Altrimenti, non avrebbe alcun senso la disposizione di cui all’art. 9, comma 4, della l. n. 10 del 2000”, la norma che prevede cioè che si possa attribuire l’incarico di dirigenti generali nel limite di un terzo ai soli dirigenti di seconda fascia”.

Rischio di paralisi

Si viene a creare un vulnus che l’amministrazione dovrà risolvere. Da un lato non ci sono in organico dirigenti generali di fascia qualificata per assumere gli incarichi di dirigenti generali, per un altro verso la legge impone dei limiti al ricorso a dirigenti esterni alla pubblica amministrazione. Sullo sfondo il rischio di paralisi della burocrazia regionale che potrebbe restare ‘acefala’ ovvero priva di vertice in molti Dipartimenti. E senza dirigente generale rischiano di bloccarsi pagamenti, finanziamenti, decreti, concorsi e tutto ciò che la riforma della P.A. prevede debba essere fatto con decreto del dirigente generale.

Due settimane per risolvere l’impasse

Se alla distanza la soluzione è certamente dotare l’amministrazione di adeguate e qualificate figure interne, nell’immediato va trovata una soluzione per evitare la paralisi. Tanto più che a metà febbraio scadono i termini per la nomina proprio dei dirigenti generali in applicazione dello spoil system e gli eventuali interim non possono certo essere eterni.

La soluzione della Regione “Non ci sarà nessuna paralisi”

Si mostra sereno rispetto al problema l’assessore regionale alla Funzione pubblica Andrea Messina che a Blogsicilia spiega come la regione intende superare il problema “E’ quasi pronto un disegno di legge che porterò in giunta nelle prossime settimane che riforma la dirigenza regionale. di fatto, così come previsto anche dall’accordo firmato con lo stato, daremo vita ad una fascia unica della dirigenza accorpando le tre fasce storiche in una sola fascia dirigenziale”

Le nomine entro il 14 febbraio

Il problema viene così’ risolto a monte e non si presenterà più in futuro. Ma perché la riforma diventi legge e segue tutti gli step previsti occorrerà del tempo mentre il termine ultimo per le nomine scade fra due settimane appena, ed esattamente il 14 febbraio “Per quella data – assicura Messina – procederemo alla nomina di tutti i 32 dirigenti generali alla guida dei dipartimenti. Abbiamo già provveduto nei giorno scorsi a nominare i primi tre. Si tratta, in quel caso, di dirigenti di seconda fascia. Di fatto abbiamo  messo in posti apicali tutti i dirigenti di prima e seconda fascia residui essendo ormai la prima fascia della dirigenza vuota da tempo per pensionamento ed essendo prossimo alla pensione l’unico dirigente non nominato. La legge ci assegna la possibilità di ricorrere fino ad un massimo di tre esterni. Per tutte le altre postazioni di dirigente generale nomineremo dirigenti di terza fascia avendo esaurito qualsiasi altro bacino”

Di fatto l’amministrazione farà valere il principio di forza maggiore. Non avendo altri dirigenti e non potendo per leggere neanche ricorrere all’esterno, si vede costretta a nominare dirigenti di terza fascia e nessuno potrà ricorrere visto che tutti gli aventi diritto sono già stati impegnati in ruoli apicali. e non è neanche detto che si ricorre per intero (massimo tre) a dirigenti esterni applicando il principio del massimo risparmio

articolo redatto con la collaborazione di Gaetano Ferraro

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