C’è un indagato nell’inchiesta sulla morte dei cinque operai uccisi dal gas sprigionato dai liquami mentre lavoravano alla rete fognaria di Casteldaccia. Si tratta di Nicolò Di Salvo, il titolare della Quadrifoglio, la ditta che aveva le opere in subappalto. L’accusa è di omicidio colposo plurimo.
L’uomo avrebbe ricevuto in serata un avviso di garanzia, atto dovuto perché possa nominare un medico legale di fiducia che parteciperà all’autopsia delle vittime. Al momento dunque Nicolò Di Salvo, che deve rispondere delle misure di sicurezza di cui aveva dotato gli operai, sarebbe l’unico indagato.
Nell’incidente ha perso la vita il socio dell’imprenditore, Epifanio Alsazia. L’inchiesta è coordinata dalla pm Elvira Cuti. L’ autopsia, a cui potranno partecipare anche i consulenti dei familiari delle vittime, sarà eseguita all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo dalla dottoressa Stefania Zerbo.
Gli imprenditori delle ditte coinvolte tra silenzi, misteri e uffici fantasma
Intanto, i telefoni squillano a vuoto e le bocche rimangono cucite. I titolari delle due imprese finite nell’occhio del ciclone si tengono lontani dai microfoni e dai riflettori.
Da una parte Giovanni Anselmo, amministratore unico della Tek Infrastrutture srl di San Cipirello, dall’altra Nicolò Di Salvo, proprietario della Quadrifoglio group srl di Partinico, ora indagato.
La sede legale dell’azienda sancipirellese risulta essere un garage malandato la cui saracinesca è abbassata. Il Tg1 va in via Di Marco 4, che dal sito ufficiale dell’azienda risulta la sede legale: c’è una famiglia ignara, che non sa cosa sia la Tek. Altri residenti negano di sapere che in quella strada ci fossero gli uffici di un’impresa. Il suo amministratore, Giovanni Anselmo, si limita solo a dire: “Non sono interessato, non posso rilasciare alcuna dichiarazione. Non voglio essere scortese ma davvero non ho nulla da dirvi”.
Di Salvo invece non risponde al telefono: nemmeno dopo che nella serata di ieri si è diffusa la notizia dell’indagine aperta su di lui per omicidio colposo plurimo. Resta sequestrata la sua azienda, che invece è ben visibile: in via Milano a Partinico, la sede legale, una palazzina con tutti i suoi uffici.
Commenta con Facebook