Le autopsie su tre dei cinque operai morti a Casteldaccia  lunedì, mentre lavoravano alla rete fognaria, hanno confermato i primi sospetti che attribuivano all’idrogeno solforato, sprigionato dalla fermentazione dei liquami, la causa del decesso. Le vittime avevano i polmoni completamente ostruiti. Le autopsie sono da poco terminate. Domani verranno eseguite quelle sui corpi degli altri due operai morti.

Oggi il giorno degli esami

Come annunciato, il Pubblico Ministero della Procura di Termini Imerese, la dottoressa Elvira Cuti, titolare del relativo procedimento penale, nella mattinata di oggi, giovedì 9 maggio 2024, direttamente presso l’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, dove poi si è proceduto, ha conferito l’incarico di effettuare le autopsie sui cinque operai deceduti lunedì 6 maggio a Casteldaccia, nel Palermitano, nell’ennesima strage sul lavoro, asfissiati in pochi secondi, uno dopo l’altro, nella vasca di liquami dov’erano scesi.

Sempre grave l’operaio ricoverato al Policlinico

Resta riservata la prognosi sulla vita sul paziente coinvolto nell’incidente sul lavoro di Casteldaccia e ricoverato nella terapia intensiva del Dipartimento di Emergenza del Policlinico. Nel corso delle ultime 24 ore, l’equipe diretta dal professore Antonino Giarratano, ha effettuato due “finestre” nella sedazione, restando sotto controllo la funzione respiratoria, supportata ancora meccanicamente, e si sono registrate alcune risposte finalizzate agli ordini semplici.

Dimesso un settimo operaio

L’operaio trentanovenne scampato alla tragedia di Casteldaccia, e ricoverato presso l’unità operativa di Pneumologia del Policlinico diretta dal professore Nicola Scichilone, è stato dimesso questo pomeriggio. Tutti i controlli e gli esami di radiodiagnostica hanno accertato le buone condizioni di salute del paziente

Una persona indagata

Il sostituto procuratore, per ora, ha iscritto nel registro degli indagati solo una persona, il geometra Nicolò Di Salvo, 67 anni, titolare della Quadrifoglio Group, l’azienda di Partinico per la quale lavoravano quattro delle cinque vittime e che aveva ricevuto in subappalto la manutenzione della rete fognaria dall’ex municipalizzata Amap: le ipotesi di reato contestate sono quelle di omicidio colposo, con l’aggravante di essere stato commesso con violazione delle norme antinfortunistiche, e di lesioni personali colpose gravissime, con la stessa aggravante (un sesto operaio è ricoverato in fin di vita in Rianimazione).

Ecco chi effettuerà le autopsie

La dottoressa Cuti, quindi, ha affidato l’esecuzione degli esami autoptici a quattro medici legali tutti in servizio nello stesso istituto di Medicina legale palermitano, le dottoresse Stefania Zerbo, Ginevra Malta ed Erika Serena Sorrentino e medico Tommaso D’Anna, che hanno iniziato subito con le operazioni sulle salme di Epifanio Alsazia, Giuseppe La Barbera e Ignazio Giordano, mentre nella giornata di domani, venerdì 10 maggio, si procederà su quelle di Giuseppe Miraglia e Roberto Ranieri. I quattro consulenti tecnici della Procura dovranno accertare le cause della morte e, in particolare, chiarire se il decesso sia compatibile con l’inalazione di gas tossici e dovuto ad asfissia: avranno poi novanta giorni per depositare la loro perizia con le conclusioni.

I consulenti

Alle operazioni peritali partecipano e parteciperanno anche altri medici legali indicati quali consulenti tecnici per le parti offese. I familiari di Giuseppe La Barbera il più giovane delle vittime, aveva solo 29 anni, per essere assistiti e ottenere giustizia, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con gli avvocati Giuseppe Emanuele Greco e Ornella Maria Cialona e il medico legale Mario Guarino che ha partecipato all’autospia.

La Barbera, che risiedeva a Villabate, e che lascia la moglie di 24 anni, due figli di appena uno e quattro anni, i genitori e una sorella, peraltro, è l’unico dei cinque lavoratori deceduti che non era dipendente della Quadrifoglio bensì (con contratto interinale) dell’Amap, le sue mansioni erano altre, in quell’inferno non ci sarebbe dovuto essere ed è sceso di sotto andando incontro ad una morte orrenda solo nel generoso tentativo di aiutare i colleghi.

Per i congiunti di Epifanio Alsazia, quindi, è stato nominato come Ctp il medico Antonio Guajana; per i familiari di Roberto Ranieri l’avvocato Sebastiano D’Angelo ha indicato il medico legale Manfredi Rubino. In sede di conferimento d’incarico da parte del Pm non erano presenti altri consulenti tecnici, che potranno comunque essere nominati in secondo tempo: nessuno è intervenuto per l’indagato.

Una volta ultimate le operazioni peritali il magistrato inquirente darà il nulla osta per la sepoltura e le famiglie delle vittime potranno fissare la data dei rispettivi funerali: non ci sarà una cerimonia congiunta.

 

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