Saranno i sindaci e le amministrazioni comunali siciliane a dover presidiare il loro territorio in materia di contrasto al gioco d’azzardo. E’ quanto prevede il disegno di legge in discussione in questi giorni all’Assemblea Regionale Siciliana. Presentato in aula dalla presidente della commissione Salute, Margherita La Rocca Ruvolo, il ddl “Contro il gioco d’azzardo per la protezione dei minori e le dipendenze patologiche” vuole riorganizzare nel complesso la materia nella regione.

Il testo prevede una rigida regolamentazione per l’apertura di nuove sale gioco. Queste non potranno sorgere a meno di 500 metri da “luoghi sensibili” come le scuole e le università, le chiese e i luoghi di culto, gli ospedali e le caserme, i centri di aggregazione giovanili o per anziani e addirittura i cimiteri. Stesso “distanziometro” è previsto anche per i bar, i tabacchi o qualunque altro esercizio commerciale e aperto al pubblico che ospiti all’interno slot machine. Viene confermato il divieto assoluto di gioco per i minori e non si potrà pubblicizzare in alcun modo l’apertura di nuove sale scommesse. Per le violazioni a queste ultime norme, il testo prevede ammende a gestori e proprietari fino a 2 mila euro.

Il gioco d’azzardo in Italia è un mercato in continua espansione che non sembra conoscere crisi. Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che risalgono al 2016, gli italiani hanno speso tra gratta e vinci, slot, scommesse sportive e lotterie varie 95 miliardi di euro. Lo Stato ne ha incassati 10,5 sotto forma di tributi e concessioni e, dal punto di vista occupazionale, il comparto assorbe almeno 150 mila persone. Tolte le cifre ridistribuite in vincite (77 miliardi), il fatturato delle società che gestiscono l’affare ammonta a circa 9,5 miliardi di euro. E le proiezioni per il 2017 si attestano su un livello di spesa complessiva superiore ai 100 miliardi.

Nella nostra regione, sempre nel 2016, la spesa totale è stata di 4,2 miliardi di euro. Quasi la metà di questa cifra è stata bruciata nelle più di 20 mila slot machine installate sul territorio. Secondo la ricerca “L’italia delle slot” realizzata dal Gruppo Gedi (ex Espresso) rielaborando i dati ufficiali, è Ragusa a detenere il primato di comune più “spendaccione”. In media ogni ragusano avrebbe speso 874 euro in slot nel 2016 per un totale di oltre 64 milioni. Palermo e Catania sono le città in cui la raccolta complessiva è maggiore, rispettivamente 269 e 209 milioni, mentre a Caltanissetta si registra il maggior numero di apparecchi in funzione rispetto alla popolazione residente: 5,5 slot ogni mille abitanti.

A parte le cifre in ballo, quelle che destano preoccupazione e che spingono il legislatore ad intervenire, sono le ricadute sociali del gioco d’azzardo, a cominciare dal sempre più diffuso fenomeno del gioco patologico e della ludopatia che rappresentano un vero e proprio dramma per le famiglie e le persone coinvolte, oltre ad essere un enorme costo a carico delle strutture sanitarie e territoriali chiamate ad intervenire.

“Ci si prefigge l’obiettivo – si legge nella relazione al ddl all’esame dell’ARS – di contrastare il mercato del gioco d’azzardo, sia quello lecito o autorizzato sia quello illegale in mano alla criminalità organizzata, ed in questa direzione coinvolgere le amministrazioni comunali responsabilizzandole e dando loro dei poteri regolamentari”. Il disegno di legge, che potrebbe andare al voto anche nelle prossime settimane, è appoggiato in Aula da una maggioranza che coinvolge parti del centrodestra e il Movimento 5 Stelle e il testo in discussione, pur essendo presentato dalla presidente della commissione Sanità Margherita La Rocca Ruvolo, dell’Udc, contiene parti del progetto di Giancarlo Cancelleri, vice presidente grillino dell’Assemblea Regionale Siciliana.

E c’è un caso in Sicilia, ed è notizia di pochi giorni fa, di un sindaco che è andato anche oltre le norme in discussione all’Ars. Il primo cittadino di Pozzallo, in provincia di Ragusa, Roberto Ammatuna, con una ordinanza sindacale del 16 ottobre scorso, ha stabilito che nel territorio comunale non potranno sorgere nuove sale giochi anche oltre i 500 metri di distanza dai luoghi sensibili. In questo modo, di fatto, a Pozzallo non potranno più essere concesse autorizzazioni all’apertura di nuove sale scommesse.