Giovanni Cupidi ha 38 anni e vive a Misilmeri, un paese in provincia di Palermo. La sua vita non è stata e non è affatto facile: dall’età di 13 anni, è affetto da una grave tetraplegia e necessita di assistenza H24. Rimbalzato da un progetto all’altro, in attesa di finanziamenti, sono poche le ore di assistenza previste da Regione e Comune per lui. Con il risultato che deve pagare di tasca propria chi possa aiutarlo.
E’ un ragazzo forte e determinato, è laureato in Statistica, e solo grazie ad enormi sacrifici suoi e dei familiari, è riuscito a superare grandi ostacoli, ma che si trova costretto, date le sue condizioni, a chiedere aiuto e richiamare l’attenzione sulle falle del sistema di assistenza domiciliare.
Qualche giorno fa avevamo dato voce alla sua denuncia, pubblicando il testo di una lettera aperta in cui Giovanni spiegava la sua condizione.
La lettera è diventata una petizione on line lanciata sulla piattaforma change.org che in pochi giorni è stata sottoscritta da 18.500 persone, tra cui anche alcuni vip: Lorenzo Cherubini, Saturnino, Fiorella Mannoia e Roy Paci. Nella petizione, indirizzata all’assessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali della Regione siciliana, Gianluca Micciché, Giovanni chiede che gli venga riconosciuta l’assistenza sociale domiciliare in regime di H24.
Al momento, il nostro sistema di Welfare, gli garantisce solo 4 ore di assistenza al giorno, a carico dell’assessorato regionale. Giovanni, che non gode di alcuna autonomia, deve affrontare mensilmente una spesa non indifferente per retribuire i suoi assistenti.
Dall’assessorato nessuna risposta diretta al ragazzo, ma a chiedere delucidazioni è andata martedì l’inviata di Striscia la Notizia Stefania Petyx (Giovanni aveva inviato la sua lettera alla redazione) che dopo aver intervistato il giovane ha cercato di capirne di più. Il servizio verrà trasmesso su Canale 5 nei prossimi giorni.
Giovanni attende di sapere quale sarà la sua sorte, e come l’assessorato intenda aiutarlo. “I Comuni possono fare ben poco – spiega a BlogSicilia – . Come prevede la legge 328 del 2000 (relativa all’assistenza socio-sanitaria di disabili e lungo-degenti, ndr), bisognerebbe formulare dei progetti individuali che rispondano alle esigenze della persona, ma a Misilmeri, come in molti altri Comuni, non ci sono le risorse ed i progetti non nascono mai”.
Quella di Giovanni è una battaglia a tutti gli effetti che lui sta portando avanti non sono per sé bensì per quanti si ritrovano a vivere in condizioni analoghe alle sue. “Io perseguo nel mio obiettivo – dice – anche se non sarà facile ottenere il risultato. La mia partecipazione a Striscia ha voluto accendere i riflettori sulla disabilità gravissima. L’assessorato regionale dovrebbe non solo agevolarci, ma trovare soluzioni”.
Una battaglia per avere una vita più ‘normale’ possibile, malgrado le innumerevoli difficoltà. Una battaglia che richiede un cuore grande e la sensibilità che Giovanni, che a lottare è abituato, sta mostrando anche in questa occasione.
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