Questa mattina chi passava da via delle Alpi a Palermo non ha potuto fare a meno di notare, all’altezza del civico 30, una grande scritta in solidarietà ad Ilaria Salis, maestra di Monza, attualmente detenuta in Ungheria perché accusata di antifascismo. La scritta recita “Ilaria Libera, tutt* gli/le antifa liber*” .
Nel pomeriggio di oggi inoltre è stato lanciato dall’ “Assemblea No Guerra” un presidio ai Quattro Canti in solidarietà alla maestra e a tutti gli antifascisti e antifasciste “ingiustamente detenuti nelle carceri europee”.
Il comunicato
Nei paesi della “democratica Europa” viene applicato il regime carcerario duro a chi in modo coerente si oppone alla barbarie del sistema capitalista e al rinascere del nazifascismo.
Esempi viventi sono Alfredo Cospito e Ilaria Salis, entrambi militanti anarchici. In tal senso un segnale politico inequivocabile è il trattamento a cui è sottoposta dal febbraio 2023 Ilaria Salis, militante antifascista. Ilaria è accusata di avere aggredito a Budapest due neonazisti accorsi in Ungheria per celebrare la memoria di un battaglione delle SS. Su di lei pende un capo di accusa nata in un contesto di forte tensione politica in Ungheria dove ogni anno viene organizzata, da parte di gruppi neonazisti, la “Giornata dell’onore” in memoria della resistenza di gruppi hitleriani all’avanzata dell’Armata rossa nel corso della Seconda guerra mondiale. Ilaria Salis è accusata, in concorso con altre persone, di aver aggredito i nazisti proprio nel contesto delle mobilitazione di protesta verso il raduno delle destre estreme. Accusa che lei respinge, dichiarandosi innocente.
Le accuse a Ilaria Salis
Ilaria Salis è stata rinchiusa nel carcere di Budapest in condizioni di massima durezza. Nel primo mese di detenzione è stata lasciata letteralmente in mutande (febbraio del 2023), senza carta igienica, senza assorbenti, senza sapone, in uno stato di estremo degrado. La detenzione è continuata in regime di massima durezza, con una situazione alimentare a dir poco catastrofica. E’ la stessa Salis a descrivere la situazione agghiacciante delle carceri ungheresi: topi, scarafaggi, cimici, spazi angusti e luridi, detenuti tenuti al guinzaglio.
Ilaria Salis rischia una pena sproporzionata di ben 16 anni di reclusione (le era stata proposto un patteggiamento a 11 anni, che ovviamente Ilaria ha rifiutato), per aver provocato lievi lesioni, guarite in 6 e 8 giorni, a due nazisti, che per giunta non hanno sporto nemmeno la denuncia. In Italia un tribunale aprirebbe un procedimento giudiziario di tal genere solo dopo una querela di parte e configurerebbe il reato di lesioni lievi. E’ più che evidente l’estrema sproporzione fra il reato contestato e la condanna possibile.
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