Convocata riunione dal prefetto. Sarà affrontato il tema della sicurezza nelle zone della movida

Stupro Foro Italico, convocato comitato da prefetto “Allarme sicurezza”

Il caso dell’orribile stupro al Foro Italico di Palermo ha spinto il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta a convocare un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Appuntamento fissato per venerdì 25 agosto alle 10. “Nel corso dell’incontro sarà approfondito, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca – dice la prefettura – , il tema della sicurezza nelle aree della movida”.

Un’analisi con tutte le forze in campo

L’obiettivo è quello di procedere, d’intesa con le forze di polizia e l’amministrazione comunale, ad un’analisi congiunta della problematica. Il riferimento è alla violenza di gruppo nei confronti di una ragazza palermitana per cui sono indagati 7 giovani. Ma questa iniziativa prende spunto in seguito anche ai numerosi episodi di violenza e criminalità avvenuti nelle settimane scorse nel centro di Palermo e nei luoghi più frequentati dai giovani.

La petizione con boom di adesioni

Intanto è boom di adesioni alla petizione in cui si chiedono pene dure per gli autori dello stupro al Foro Italico di Palermo. Iniziativa che è partita nelle 24 ore successive alla notizia della scarcerazione di uno dei 7 indagati. Vittima una ragazza di 19 anni che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe subito violenze terribili dal branco. Ad essere state raccolte ben 45mila firme sulla piattaforma di Change.org. Ad avere lanciato la petizione Damiano D’Andrea con lo slogan “si scrive donna, si legge vita”, per chiedere pene esemplari per chi commette violenza contro le donne.

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“Sono stati arrestati, sì – si legge nella petizione -. Ma la storia ci insegna che questi episodi, come quelli di cronaca nera riguardanti i femminicidi recenti, per non parlare poi delle denunce di stalking a cui la Procura ormai risponde che non ci sono basi per poter disporre di misure cautelari, sono fin troppo sottovalutati e molto spesso vedono applicate pene a dir poco ridicole”. “E’ ora di dire basta” continua sempre il testo della petizione.

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