Si terrà il 19 aprile la prima udienza processo in abbreviato a carico di sei giovani accusati di aver stuprato a turno una diciannovenne, la notte dello scorso 7 luglio in un cantiere abbandonato del Foro Italico a Palermo.

La prima udienza è stata fissata dopo la richiesta di giudizio immediato formulata dalla procura e la scelta del rito alternativo da parte degli imputati. Il settimo ragazzo che avrebbe fatto parte del branco, minorenne al momento dei fatti, è già sotto processo anche lui con l’abbreviato. Sono stati rinviati a giudizio Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao,

Lo sfogo della ragazza “Non ce la faccio più”

“Ma chi me lo fa fare di passare tutto questo? Mi fate schifo. Non ce la faccio più. Pensate che sia bello stare l’estate chiusa in comunità, mentre tutti sono al mare?”. Fu l’amaro sfogo della ragazza palermitana che nel luglio del 2023 ha denunciato sette giovani di stupro di gruppo. La violenza sarebbe avvenuta in un cantiere del Foro Italico. I ragazzi, tutti arrestati e ancora in carcere, si sono sempre difesi dicendo che la ragazza fosse “consenziente”.

Lei ha detto fin dal primo istante di essere stata stuprata. La giovane se la prese anche con la stampa per la pubblicazione dei verbali depositati dalle difese dei sette giovani. Uno dei ragazzi era ancora minorenne la sera del presunto stupro di gruppo ed ha compiuto 18 anni pochi giorni dopo. In carcere ci sono Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao.

Le difese degli imputati all’attacco

Le difese degli imputati hanno depositato nei giorni scorsi testimonianze, video e dialoghi che smentirebbero la versione della vittima diciannovenne. Secondo i ragazzi sarebbe stata lei a volere appartarsi con tutto il gruppo nel cantiere abbandonato dopo una serata trascorsa a bere alla Vucciria. La Procura per i minorenni ha chiesto un termine per analizzare il materiale. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche alcune chat dei ragazzi. Com quella del giovane che a luglio era ancora minorenne.

“Compà l’ammazzammu… ti giuro a me matri l’ammazzammu… ti giuro a me sviniu… sviniu chiossà di na vota… minchia sette… u vo capiri manco a canuscevo io compà… ficimu un macello n’addivirtemu”, ha detto in un vocale audio. La violenza sarebbe anche stata ripresa da uno dei giovani. E si sente lei gridare: Basta”.

“Però così è brutto”, dice uno dei ragazzi. ”Troppo forte, invece”, rispondeva l’altro. Intanto, tra gli atti depositati c’è anche la testimonianza dell’amica che quella sera di luglio era con lei, alla Vucciria. “Ci siamo sentite il giorno dopo, mi ha chiamata e mi ha raccontato dell’episodio. Non ha mai parlato di stupri ed anzi mi ha detto che era consenziente. Io infatti giorni dopo le ho chiesto perché andasse in giro a raccontare di questo fatto dicendo che non era consenziente, quando invece a me aveva detto di esserlo stata”, ha detto alle difese.

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