Una manifestazione per accendere i riflettori sulla necessità di attenzionare i diritti dei detenuti, troppo spesso lasciati soli nel proprio percorso di recupero sociale. Questo è il senso del sit-in di protesta, denominato “La Luce della Speranza”, organizzato dal gruppo politico della Nuova DC, insieme al comitato “Nessuno Tocchi Caino“. L’evento si è tenuto nella serata di martedì 1 marzo, di fronte all’ingresso del carcere Ucciardone di Palermo. I partecipanti hanno effettuato una piccola fiaccolata, in memoria dei due ragazzi morti suicidi recentemente nelle carceri di Palermo e Catania.

Cuffaro: “Troppa gente muore per pena in carcere”

Una fiaccolata silenziosa, tenuta nella gelida serata palermitana. All’evento era presente anche l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro. Il leader della Nuova DC ha ricordato la necessità di non lasciare soli i detenuti, troppo spesso dimenticati nel loro percorso di rieducazione e reinserimento sociale. “E’ un’iniziativa nata per alimentare e coltivare la speranza delle tante persone private della libertà che hanno bisogno di non sentirsi abbandonate. Siamo qui per far sentire la nostra presenza. Per ricordare loro che faremo battaglie utili affinchè la loro dignità e la loro speranza non venga a mancare. In un paese di diritto come il nostro, dove non c’è la pena di morte, c’è troppa gente che muore per pena dentro le carceri. Bisogna ricordarlo, perchè ricordare serve a migliorare le cose”.

Sulla stessa linea anche la responsabile regionale del Dipartimento Diritti Umani della Nuova DC Eleonora Gazziano. L’esponente democristiana denuncia i recenti episodi di cronaca nera avvenuti nelle carceri siciliane, sottolineando la necessità di trovare un’alternativa migliore.  “Stiamo dando seguito a delle iniziative partite nei mesi scorsi, a partire dall’evento organizzato all’Ars. Nei giorni scorsi, abbiamo assistito a due suicidi proprio nella nostra Sicilia. Ragazzi morti per pena, che avevano problemi di natura psicologica. Probabilmente, il carcere non era il luogo adatto a loro. Abbiamo voluto ribadire l’importanza della necessità di dover trovare qualcosa di meglio rispetto a un diritto penale. Ricordiamoci che il nostro articolo 27 della Costituzione, che dice che la detenzione deve tendere alla rieducazione del condannato, non alla morte.

“Tanti i suicidi, anche fra i giovani”

Il dato preoccupante riguarda anche l’età dei morti suicidi in carcere. A spiegarlo è Sabrina Renna, membro del Consiglio Direttivo del comitato “Nessuno Tocchi Caino”.”Si registrano tanti suicidi. Il dato più sconfortante è che, molto spesso, si tratta di ragazzi giovani, a volte a fine pena. Qui riusciamo a vedere la vulnerabilità di un sistema che non riesce a dare attuazione a quello che prevede il nostro ordinamento penitenziario, ovvero il reinserimento nel tessuto sociale del detenuto”.

“Il processo di reintegrazione sociale – sottolinea Donatella Corleo, componente del Consiglio Direttivo – presuppone che non ci siano pregiudizi all’esterno. I progetti dipendono anche da che investimento la società vuole fare sugli ex detenuti. Ci sono imprenditori che possono assumere queste persone. Il problema è che i titolari d’azienda che vogliono assumere questi soggetti, a sua volta rientra in un circuito quasi da misura da prevenzione”.

L’associazione sostiene quindi che serve un’alternativa agli istituti penali, come sottolineato dall’ex parlamentare Sergio D’Elia, presente alla manifestazione. “Qui c’è un istituto che si chiama “di pena”. Siamo nel 2022 e noi concepiamo dei luoghi dove si deve soffrire, penare. E’ un’assurdità, un anacronismo e un ferro vecchio della storia dell’umanità di cui ci dobbiamo liberare. Non siamo alla ricerca di un carcere migliore. Non esiste una cosa simile. Bisogna trovare qualcosa di meglio del carcere.