Se destra e sinistra si contendono la vittoria di questa tornata di elezioni amministrative, la vera novità che emerge dalle consultazioni è quella che non ti aspetti: il ritorno della Dc.

La nuova Dc elegge consiglieri dove si presenta

Da questo giro di consultazioni elettorali emerge un dato su tutti. I riflettori erano infatti tutti puntati su Totò Cuffaro e la sua resuscitata Democrazia Cristiana, con tanto di simbolo storico con lo scudocrociato. Ebbene, nonostante la sua “giovinezza” e nomi certamente non altisonanti, i “cuffariani” hanno ampiamente superato l’esame. Dove si sono presentati con il loro simbolo hanno superato lo sbarramento del 5%, riuscendo quindi a conquistare seggi nei Comuni che sono andati al voto in questa tornata siciliana.

L’exploit

Ma c’è anche dove la Nuova Dc ha fatto anche più del “minimo sindacale” per approdare dietro gli scranni dei palazzi municipale. Ad esempio a Caltagirone e Favara: qui addirittura ha superato il 10%. Neanche a dirlo ha subito fatto sentire la sua voce trionfalistica proprio il suo fondatore, Totò Cuffaro, che dopo aver scontato la sua condanna a 7 anni per favoreggiamento personale alla mafia, è tornato in prima linea in campo seppur non da candidato dal momento che non può farlo per via dell’interdizione dai pubblici uffici: “La Democrazia Cristiana oggi è tornata nelle istituzioni siciliane – commenta l’ex governatore siciliano – e ritorna nei comuni di Favara, Caltagirone e Giarre con i propri rappresentanti. Rappresenteremo con i nostri consiglieri comunali la voce cittadina, garantendo sempre il massimo ‘rigore morale’. La Democrazia Cristiana Nuova è pronta a prendere a cuore le problematiche di tutti i cittadini, creando i presupposti per una rinascita. Ripartiamo dagli ideali e dai valori in quanto riteniamo il giusto modo di approcciarsi alla politica”.

L’Udc, altro scudocrociato di successo

Anche l’Udc esulta in Sicilia, altro simbolo legato indissolubilmente ad una delle tante aree che un tempo confluivano nella Democrazia Cristiana. Ad Adrano nel catanese la lista ha sfiorato l’11% dei consensi, ad Alcamo addirittura arriva al 12 e si vede scattare ben 4 seggi. “Abbiamo creato in Sicilia una rete solida e di valore – sottolinea il coordinatore politico dell’Udc Italia in Sicilia, Decio Terrana – lavorando quotidianamente sui territori. Siamo primo partito in diversi comuni, in altri siamo il primo partito del Centrodestra. Per non dimenticare i tantissimi consiglieri comunali eletti nei Comuni sotto i 15 mila abitanti. Non è un caso che in quelle città, dove esigenze locali hanno portato a presentarsi separati, i candidati sindaco non siano riusciti a prevalere. E’ il trionfo dell’Udc e dello scudocrociato, forza trainante di un centrodestra unito e forte”.

I due partiti non proprio amici

Il grande tema è che i due partiti di centro non sono proprio amici. Anzi non lo sono affatto se è vero, come è vero, che quando si tentò di lanciare il grande centro attraverso il ‘patto dei paccheri’ a schierarsi per tenere furi la nuova Dc fu proprio il segretario Udc

Regge il Movimento 5 Stelle

Se altrove in Italia il Movimento 5 Stelle ha scricchiolato per consensi, lo stesso non può dirsi in Sicilia. Ad Alcamo, nel trapanese, Domenico Surdi è stato addirittura riconfermato sindaco al primo turno con il 43% dei consensi pur non avendo trovato l’appoggio del Partito Democratico. Certamente non avrà vita facile perché si ritroverà senza una maggioranza in consiglio comunale, dal momento che potrà contrare solo su 9 dei 24 eletti nell’assise. Il bis è stato calato anche a Caltagirone: anche qui, questa volta in asse col Pd, vittoria al primo turno al fianco del sindaco Fabio Roccuzzo che ha scalzato la compattezza del centrodestra.  Ma non sono ovunque rose e fiori per i grillini: non sono stati rieletti i sindaci uscenti a Porto Empedocle e Grammichele, mentre a San Cataldo si dovrà attendere il ballottaggio. E poi, anche se non si dice, solo insieme Pd e 5 stelle vanno. Separati no.

 

 

Articoli correlati