Sentirsi soli e abbandonati, in trappola, senza una via d’uscita. Vivere in uno stato di prostrazione psicologica tale da pensare al suicidio come la migliore soluzione per sottrarsi al dolore e allo smarrimento. Le persone con pensieri legati alla morte o alla volontà di togliersi la vita aumentano in maniera assai drammatica.
Lo confermano i dati di Telefono Amico Italia, l’organizzazione di volontariato che dal 1967 si impegna per dare a chiunque si trovi in stato di crisi o “emergenza emozionale”, in qualunque momento e in modo completamente gratuito, la possibilità di trovare un volontario disponibile all’ascolto e al dialogo per favorire il benessere personale e la salute sociale.
Nel 2021 sono state quasi 6mila le richieste d’aiuto arrivate a Telefono Amico Italia da persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro.

La Giornata internazionale per la Prevenzione del suicidio

Una vera e propria emergenza che non può essere ignorata: per questo motivo Telefono Amico Italia partecipa alla Giornata internazionale per la Prevenzione del suicidio che ricorre stamani.
L’associazione organizza in 16 piazze italiane l’evento “Non parlarne è 1 suicidio”.
Anche Palermo si mobilita con uno speciale appuntamento: oggi, dalle 17 alle 20, al Parco di Villa Tasca (viale Regione siciliana sud-est, 397), si terrà una iniziativa di sensibilizzazione alla quale saranno presenti volontari e associazioni. Interverranno Giuseppe Pirrone, presidente di Telefono Amico Palermo; Alfia D’Angelo, vice presidente di Telefono Amico Palermo; Fedora Puma, responsabile social Telefono Amico Palermo; il giornalista Daniele Billitteri.
Parteciperanno le associazioni Siciliando, Il Parco del Sole, la compagnia teatrale Teatranti Instabili, Inner Pa Palermo Normanna.

Il dato relativo ai giovani

A preoccupare maggiormente è il dato relativo ai giovani: nel 2021 il 28 per cento delle richieste d’aiuto arrivate alla linea telefonica o nella chat di WhatsApp di Telefono Amico Italia, è di under 26. Le richieste di aiuto sono cresciute del 55 per cento rispetto al 2020 e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia.
Nel primo semestre del 2022 non è andata meglio: le richieste d’aiuto sono state più di 2700, il 28 per cento provenienti da giovani fino ai 25 anni.

Una realtà poco conosciuta

“Quella dei giovani è una realtà sommersa e allarmante – spiega a BlogSicilia Fedora Puma –, una realtà che ancora non conosciamo abbastanza. Palermo fa parte, insieme ad altri 12 centri, con un totale di 85 volontari, del gruppo WhatsApp Amico dell’associazione. L’appellante medio, o per meglio dire chi ci contatta sulla chat, è giovane, ha un’età media di 25 anni, e vive in famiglia. Ecco, proprio nella famiglia si riscontrano le maggiori criticità”.

Il ruolo della famiglia e numerose problematiche

Il contatto con Telefono Amico avviene in anonimato. A rispondere alla telefonata volontari appositamente formati all’ascolto non giudicante. “Le problematiche nei giovani – prosegue Puma – sono davvero tante. Non ci sono più relazioni funzionali in famiglia. I giovani vivono una realtà drammatica fatta di solitudine, depressione e spesso bullismo. Tutte condizioni di disagio che la pandemia ha acuito. Purtroppo spesso la famiglia è assente, e la società circostante non è propensa all’ascolto”.

I segnali d’allarme

Bisogna prestare molta attenzione ai segnali d’allarme del disagio che può condurre al suicidio. Lo spiega bene ancora Puma: “Esistono i segnali verbali, espressioni tipo ‘Non ce la faccio più’ o ‘Che senso ha vivere?’ ma anche i segnali non verbali, come ad esempio il cambiamento delle abitudini di vita. Sono segnali anticipatori che non è facile cogliere, per questo è importante sensibilizzare a riconoscere la persona che ha bisogno d’aiuto.
Noi contiamo molto sui giovani, affinché aiutino i loro coetanei. Ma i problemi non riguardano solo i giovani. Tantissime persone non hanno nemmeno un amico con cui confidarsi, provano un senso di pudore e di vergogna nell’aprirsi e raccontarsi, hanno paura di essere giudicate”.

L’ascolto empatico dei volontari di Telefono Amico e un’esperienza che arricchisce

I volontari di Telefono Amico aiutano chi li chiama con un ascolto empatico e cercano di far vedere a chi sta all’altro capo del telefono una prospettiva diversa.
Telefono Amico conta 400 volontari in tutto il territorio nazionale, e cerca continuamente chi possa aiutare l’associazione ad estendere ancora più capillarmente la propria azione.
“Il centro di Palermo – aggiunge Puma – si appresta a festeggiare i 50 anni di attività ma molti non ci conoscono ancora. Promuoviamo le nostre iniziative nel modo più ampio possibile, perché nessuno si senta solo. Per questo servono sempre nuovi volontari. Non esistono requisiti specifici, non bisogna essere psicologi o pedagogisti. Servono propensione all’ascolto non giudicante e una formazione specifica che per noi è continua.
Noi volontari – prosegue Puma con entusiasmo – siamo una famiglia, abbiamo costruito una rete bellissima alla quale ognuno contribuisce con la propria esperienza sul campo. Offriamo un servizio ma nel contempo lo riceviamo.
Ogni volontario di Telefono Amico viene arricchito dall’esperienza in seno all’organizzazione, come è accaduto a me che faccio parte dell’associazione da oltre 10 anni. Il nostro obiettivo è aiutare il maggior numero possibile di persone. Adesso ci stiamo preparando al congresso nazionale di Telefono Amico che si terrà dal 30 settembre al 2 ottobre”.

“Non parlarne è 1 suicidio”, un argomento tabù

Il centro di Palermo di Telefono Amico quest’anno ha ricevuto 26 telefonate dalle quali è venuto fuori il pensiero del suicidio. “Tutto sarebbe più facile – conclude Puma – se si riuscisse a parlare e ad ascoltare, insomma a comunicare. L’argomento del suicidio è ancora un tabù. Ma Telefono Amico può aiutare chi sta male e chi sta accanto a chi vive un disagio. Le giornate di sensibilizzazione servono proprio a questo: informare e confrontarsi. Telefono Amico vuole essere un punto di riferimento per tutti. In Italia la rete del volontariato, per fortuna, esiste e funziona.
Lo dimostrano le tante associazioni che stanno partecipando alla Giornata per la Prevenzione del suicidio.
Abbiamo tutti un fine comune, aiutare chi ha bisogno di aiuto. Non a caso, Telefono Amico organizza campagne di telefonate no stop, con volontari pronti all’ascolto h24 nei periodi in cui c’è maggior bisogno di aiuto perché la solitudine si avverte ancora di più, come a Natale o durante le festività in genere. Chiama anche la vecchietta che dice ‘Vi telefono perché oggi non ho parlato con nessuno’. Ecco, nessuno deve sentirsi solo, mai”.

Come contattare Telefono Amico

Per mettersi in contatto con Telefono Amico basta telefonare al numero unico nazionale 02 2327 2327 o inviare un messaggio al servizio di chat WhatsApp Amico, raggiungibile al numero 324 011 72 52.
La campagna di sensibilizzazione di Telefono Amico Italia “Non parlarne è 1 suicidio” è sostenuta da numerosi artisti e influencer, tra cui: gli attori Barbara Bonanni, Sergio Vespertino e Patrizio Cossa; i cantautori Erica Mou, Cosimo “Zanna” Zannelli, L’Aura e Jacopo Ratini; i cantanti Chiara Gallana aka “Aba” e Francesco Baggetta; il musicista Daniele Bagni; lo scrittore Gianluca Gotto; l’influencer Elisa D’Ospina; la blogger e influencer Katia Pedrotti; la tik toker Elisa Altamura.

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