Le piccole imprese sono penalizzate da burocrazia farraginosa. Norme  circolari che complicano le procedure e  lentezza della burocrazia rendono oltremodo complicato avere risposte su un atto. E’ la posizione del  gruppo giovani di Ance Palermo in merito al superbonus edilizio del quale peraltro in questi gironi in Parlamento si discute del prolungamento fino al 2023.

Si tratta di una vera e propria “scalata verso l’obiettivo irta di ostacoli che mette a dura prova le imprese che intendono accedere al superbonus ” afferma  Pietro Settimo Semilia, presidente del gruppo giovani dell’Associazione dei costruttori di Palermo.

Al momento – prosegue Semilia –  a Palermo risulta soltanto una pratica portata a termine.  Altre sono da giorni in fase di approvazione e molte altre ancora risultano da completare. Alla base di tutto c’è la mancanza di un procedimento certo e unico. Sono troppe le circolari degli enti che continuamente rimescolano le carte e imbrigliano le procedure e creano per le imprese un clima di grande incertezza”.

Secondo Ance giovani, per aiutare le piccole imprese che non hanno uffici tecnici interni, così come capita nella medie e grandi aziende, serve un procedimento meno complicato e uguale per tutti. “Per ottenre la risposta a un solo documento, i tempi di attesa negli uffici pubblici sono in media di 25 giorni, immaginate quanto ci vorrà per arrivare fino in fondo con le autorizzazioni – conclude – Chiediamo che vengano introdotte modalità più semplici per istruire le pratiche e che venga messo un freno alla burocrazia. Inoltre, per via delle difficoltà a completare una procedura, è necessario che l’Ecobonus venga prolungato fino al 2024».

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