Stop al pensionamento dei superburocrati regionali che ricoprono incarichi apicali o di grande responsabilità perchè si stanno occupando della spesa dei fondi comunitari.

Burocrati troppo bravi ed esperti per lasciarli andare in pensione

Nonostante i raggiunti limiti di età il governo della Regione ritiene che siano indispensabili e per questo ha presentato una norma in finanziaria per mantenerli in servizio fino alla fine della programmazione comunitaria prevista per il 31 dicembre 2023 ma che potrebbe slittare anche a febbraio i aprile 2024. Insomma dirigenti che compiono 67 anni nel 2021 potrebbero restare in servizio anche fino a 70 anni.

Una norma inserita in finanziaria

A stabilirlo sono i tre commi dell’articolo 28 della legge di stabilità regionale attualmente all’analisi delle commissioni di merito e che la prossima settimana arriverà all’analisi finale della Bilancio prima di approdare in aula a sala d’Ercole.

Nessuno dei 770 che restano è in grado di sostituirli

Nel complesso nelle condizioni per andare in pensione per raggiunti limiti di età nel corso del 2021 sono in tutto 126 dirigenti degli 896 complessivamente ancora in servizio alla Regione siciliana. Ma solo 22 di questi ricoprono ruoli che possono essere fatti rientrare fra quelli ‘essenziali’ per il completamento dei programmi di spesa comunitaria. Di fatto persone che resterebbero in servizio fino a 69/70 anni perchè fra i restanti 770 dirigenti non ci sarebbero professionalità adeguate e comunque per dare continuità all’azione (meritoria) fin qui svolta.

Ecco chi sono i superburocrati irrinunciabili

Ecco chi sono i 22 superburocrati a cui il governo non vuole rinunciare: Matteo Bonfiglio; Assunta Brunelli Raffaele, Paolo Burgo (Ingegnere capo del genio Civile di Siracusa) ; Benedetto Caruso; Antonio Coniglio; Clemente D’Aveni; Michele D’Auria, Laonardo Davì; Carmelo D’Urso (non il noto Tuccio D’Urso all’anagrafe Salvatore già formalmente in pensione); Giuseppe Ferraloro; Santo Giusti; Antonio Grasso; Placido Leotta, Giuseppe Li Rosi; Giuseppe Maragliano; Maria Musumeci; Girolamo Navarra; Calogero Prato, Vincenzo Scattareggia; Carmelo Vella; Italo Vezzuto; Natale Zuccarello (Ingegnere capo del genio Civile di Catania).

Due quelli veramente imperdibili

La norma, in realtà, sembra sia nata fondamentalmente per Natale Zuccarello, il catanese al quale il governo Musumeci non vuole proprio rinunciare ma per lo stesso governo sarebbe una buona notizia che nell’elenco dei 22 rientri anche Paolo Burgo.

Tutto colpa (anche) del blocco del turnover

Per il governo c’è, poi, un altro tema che riguarda il nuovo blocco dei concorsi legato agli accordi raggiunti con Roma. Senza turn over non si potrebbe procedere all’ingresso di giovani dirigenti. Ma l’escamotage in questione, per quanto al comma tre dell’articolo 28 si sottolinei come da questo non derivino maggiori oneri per l’amministrazione, di fatto sterilizza anche i motivi dell’accordo non producendo neanche alcun risparmio.

Ma secondo il sindacato l’operazione costa fino a 10 milioni

A fare i conti intasca all’operazione è il sindacato Cobas Codir all’indomani della diffusione della notizia da parte di BlogSicilia. Ecco perchè non sarebbe tutto gratis come scritto in finanziaria

Articoli correlati