Il rifacimento della statale Palermo Agrigento è il fallimento del sistema Italia. I fasti del Google Camp con tutto quello che ha rappresentato per la Sicilia stridono con la realtà.

Già perché la Sicilia viene ripetuto alla nausea è una regione che potrebbe vivere di turismo. Lo dicono tutti i politici nazionali che vengono in Sicilia a prendere i voti. Lo ripetono quelli siciliani che a parole riescono sempre a fare qualcosa per i siciliani.

Potrebbe vivere di Turismo, ma sul turismo e sulle infrastrutture in questi anni si è investito pochissimo.

E mentre nella Valle dei Templi erano tutti lì a festeggiare quelle magnifiche costruzioni lasciate dai greci scopri che per andare da Palermo ad Agrigento o viceversa servono almeno tre ore se va bene.

Appena 127 chilometri devastati da lavori iniziati nel 2013 e ancora bloccati da richieste di varianti, indagini della procura di Termini Imerese, strade che si percorrono a senso unico con continui semafori.

Quel tratto di strada è l’esempio tangibile di come ha fallito la politica e tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione di una opera stradale attesa e importante per il territorio. E le responsabilità in quel tratto di strada per i morti e i feriti negli incidenti che spesso si verificano non sono solo degli automobilisti. Ma di chi ha aperto decine di lotti e lotti che non sono mai stati chiusi.

Perchè anch i limiti di velocità a 30 chilometri orari (30 chilometri orari) imposti in diversi chilometri della statale non bastano a lavarsi la coscienza per quanto succede in quel tratto di strada che collega il capoluogo con centinaia di piccoli centri dove ci sono imprenditori e artigiani che fanno i salti mortali per portare turisti tra le tante meraviglie dell’isola.

Era il 13 maggio del 2004 quanto sul sito dell’Anas è stato pubblicato un comunicato che dava conto del via libera del Cda per l’ammodernamento delle due strade. Spesa prevista 2,8 miliardi di euro. “Sicilia, sì dell’Anas ai due nuovi assi Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta per un importo di 2,8 miliardi di euro.

Il cda approva i progetti delle due opere che seguiranno ora le procedure accelerate della Legge Obiettivo. Ai blocchi di partenza le due superstrade Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta.

Il consiglio di amministrazione dell’Anas Spa ha approvato il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale dell’itinerario Palermo-Agrigento (2,239 miliardi di euro) e il progetto definitivo e lo studio di impatto ambientale dell’itinerario Agrigento-Caltanissetta (594,5 milioni di euro).

Entrambe le opere sono inserite nelle previsioni programmatiche di realizzazione delle infrastrutture strategiche, come individuate dalla delibera Cipe n. 121 del 21.12.2001 – “Legge Obiettivo”, e nell’Accordo di Programma Quadro 2001 sottoscritto dall’Anas con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Siciliana.

Le due infrastrutture seguiranno ora le procedure accelerate della Legge Obiettivo. Per accelerare i tempi, l’Anas propone di affidare la progettazione esecutiva e la direzione lavori a Contraente Generale, a seguito di gara.

Palermo-Agrigento

Il progetto preliminare della Palermo-Agrigento si sviluppa per circa 57,48 km lungo le statali 121 e 189 e prevede i lavori di adeguamento a quattro corsie della S.S. 121 dal km 0 al km 50 e della S.S. 189 dal km 50 al km 57,780 per il tratto Palermo-Lercara e l’adeguamento della S.S. 118 dal km 0 al km 10,700 (variante di Marineo).

La nuova infrastruttura consentirà un rapido collegamento tra Palermo ed Agrigento, oltre a collegare le diverse località ubicate lungo il tracciato con funzione di supporto del traffico pendolare tra i numerosi centri abitati che gravitano su Palermo.

Tra le opere d`arte principali si evidenziano 22 viadotti, 3 gallerie e 8 svincoli.

L`importo complessivo dell`opera ammonta ad €2.239.295.509,57. Il tempo per l`esecuzione dei lavori è stimato in 1.765 giorni. Quasi 5 anni.

A19 Itinerario Agrigento–Caltanissetta

Il progetto definitivo e lo studio di Impatto ambientale dell’Agrigento-Caltanissetta sono stati redatti sulla base di un incarico affidato dalla Provincia di Agrigento secondo la

Convenzione di cofinanziamento stipulata con l’Anas e riguardano i lavori di adeguamento a quattro corsie della S.S. 640 “di Porto Empedocle” nel tratto dal km 9,800 al km 44,400, in provincia di Agrigento..

Lo sviluppo complessivo del tracciato è di 34 km circa. Tra le opere d`arte principali si evidenziano 20 viadotti, 3 gallerie artificiali e 8 svincoli.

L`importo complessivo dell`opera ammonta ad €594.583.224,23. Il tempo per l`esecuzione delle opere è stimato in 1.460 giorni. Quattro anni di lavoro.

Da quel momento l’unica certezza per gli automobilisti, gli albergatori, gli agricoltori e quanti vivono e lavorano nel territorio sono stati i rinvii per vedere finita l’opera.

Rinvii su rinvii e inchieste delle Procure

Annunciati nel 2011 come imminenti, adesso i lavori da quasi 300 milioni di euro sono partiti e rappresentano il primo faticoso passo avanti per cancellare uno dei “buchi neri” della viabilità dell’Isola, quei 127 chilometri delle statali 121 “catanese” e 189 “della valle del Platani” che per anni hanno “diviso” più che unire Palermo ed Agrigento. Una strada trafficata e che si è anche conquistata sul campo in non invidiabile appellativo di “strada della morte” per i continui incidenti mortali.

L’appuntamento è fissato per la fine del 2016, quando finalmente, secondo l’Anas, saranno pronti i primi 34 chilometri della “nuova” Palermo-Agrigento. Persino otto chilometri con quattro corsie come un’autostrada e niente pericolosi svincoli “a raso”.  “Con l’avvio dei lavori – aveva affermato l’Amministratore unico dell’Anas Pietro Ciucci – si mantiene l’impegno preso dall’Anas per la prosecuzione dell’ammodernamento dell’itinerario Palermo-Agrigento che rappresenta una priorità strategica per la viabilità siciliana”.

Lo scandalo del Viadotto Scorciavacche

Durò solo sette giorni: inaugurato il 23 dicembre 2014, il viadotto Scorciavacche, sulla Palermo-Agrigento, collassò la vigilia dell’ultimo dell’anno. Metà carreggiata sprofondò. Sull’altra metà, si disegnò una profonda spaccatura. Nessuna vittima per miracolo, ma in un attimo si sbriciolò un investimento da 13 milioni di euro. Due anni e mezzo dopo, la Procura di Termini Imerese ha chiuso  l’inchiesta sulle cause del crollo: quattordici gli avvisi di conclusione delle indagini, notificati a ex vertici nazionali e regionali Anas e all’azienda che aveva eseguito i lavori, la Bolognetta Scpa.

I lavori in corso lungo il tratto Bolognetta-Lercara dovevano essere completati a ottobre 2017 ma questo non avverrà. Il completamento slitta di un anno, a fine 2018.

Le ultime notizie sono di una battaglia tra l’impresa, l’Anas e la Regione per una nuova variante. Sono state avviati i licenziamenti per gli operai.

Chi percorre quella strada tutti i giorni sa bene che ancora a fine 2019 ci saranno solo cantieri e semafori e politici sempre pronti a dire che la Sicilia può vivere di turismo e la loro attività politica è tesa alla valorizzazione dei  meravigliosi beni architettonici e culturali unici al mondo.

 

 

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