La vicenda dei lavoratori Ipab trova finalmente una soluzione: è stato firmato oggi un protocollo di intesa tra gli assessorati alle Politiche sociali e alla Sanità, guidati rispettivamente da Antonio Scavone e Ruggero Razza, che prevede la riqualificazione del personale in un’ottica di impiego nel Servizio sanitario regionale.
«La recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il passaggio automatico del personale delle Ipab estinte ai Comuni – ha dichiarato Scavone – ha reso urgente un intervento del governo Musumeci, che negli ultimi tre anni ha destinato circa 10 milioni di euro per il pagamento del personale Ipab, per la salvaguardia di queste professionalità. Il protocollo sottoscritto questa mattina prevede da un lato un piano di riqualificazione del personale assunto secondo le regole di accesso al pubblico impiego a totale carico dell’amministrazione regionale, dall’altro l’impegno dell’assessorato regionale alla Salute a fornire il fabbisogno di personale distinto per categorie e mansioni (informatiche e digitali, Oss, ecc.) e a favorire l’accesso dei dipendenti riqualificati nelle strutture pubbliche di pertinenza attraverso gli istituti previsti per legge».
«Questa misura chiude l’ennesima pagina sul fronte delle vertenze senza la perdita di posti di lavoro, consentendo di assicurare ulteriori risorse umane alla sanità siciliana in uno dei momenti più critici della storia recente», ha commentato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. «Si tratta – prosegue – di un processo virtuoso, elaborato in sinergia con l’assessorato alla Famiglia, che consente di attivare in tutta la Sicilia quanto sviluppato nei mesi scorsi nel territorio dell’Asp di Catania, dove sta procedendo il percorso di reinserimento professionale degli ex lavoratori dell’Ipab “Oasi Cristo Re” di Acireale all’interno delle strutture dell’azienda sanitaria provinciale. Oggi, grazie a questo protocollo, l’azione si allarga ad ogni area della Regione grazie al coinvolgimento del Cefpas, per la riqualificazione del personale».
“Il prossimo passo – conclude Foti – toccherà alle commissioni Affari istituzionali e Bilancio prima e poi all’Assemblea Regionale Siciliana per procedere speditamente alla riforma del settore. Per questo reitererò l’urgenza della trattazione”.
Soddisfatti i sindacati che parlano di “svolta” per i lavoratori delle Ipab siciliane. “Un obiettivo per cui abbiamo lavorato tanto e che permette finalmente di restituire una prospettiva a tanti lavoratori che da troppo tempo non avevano riconosciuta la giusta dignità professionale. Inoltre, si delinea un modello che potrà essere utilizzato anche per altri settori delle funzioni locali”, affermano Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango, rispettivamente segretari generali regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
“Un primo passo verso la risoluzione concreta di una situazione critica che perdura da troppo tempo che vedeva questi lavoratori stipati in un limbo, senza poter nemmeno accedere a misure di sostegno al reddito”, proseguono i sindacalisti.
Nella stessa giornata, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Temp – quest’ultima con il segretario generale regionale, Danilo Borrelli – hanno affrontato con l’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, il nodo relativo alla vertenza degli Asu. “Attendiamo di conoscere quali determinazioni arriveranno dal governo e dal parlamento regionali dopo la vicende della norma all’Ars. Per noi – è la posizione di Agliozzo, Montera e Borrelli – il traguardo finale resta sempre e comunque la stabilizzazione di questi lavoratori, precari ormai da più di 24 anni. Riteniamo che a questo punto non sia più ammissibile un passo indietro, nemmeno sul versante delle risorse economiche stanziate per l’obiettivo e che ora potrebbero proficuamente essere utilizzate per l’integrazione del monte ore. Ci aspettiamo, in ogni caso, che finalmente si avvii un’azione di sistema che coinvolga anche Roma”.