- Ipab, sottoscritto un protocollo per riqualificare il personale socio-assistenziale e impiegarlo nel settore sanitario pubblico regionale.
- Foti: “Adesso pianificare al più presto le attività di formazione al Cefpas e l’entrata in servizio del personale nelle Asp territoriali”
- I sindacati: “Finalmente restituiamo prospettive e dignità a questi lavoratori”
La vicenda dei lavoratori Ipab trova finalmente una soluzione: è stato firmato oggi un protocollo di intesa tra gli assessorati alle Politiche sociali e alla Sanità, guidati rispettivamente da Antonio Scavone e Ruggero Razza, che prevede la riqualificazione del personale in un’ottica di impiego nel Servizio sanitario regionale.
«La recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il passaggio automatico del personale delle Ipab estinte ai Comuni – ha dichiarato Scavone – ha reso urgente un intervento del governo Musumeci, che negli ultimi tre anni ha destinato circa 10 milioni di euro per il pagamento del personale Ipab, per la salvaguardia di queste professionalità. Il protocollo sottoscritto questa mattina prevede da un lato un piano di riqualificazione del personale assunto secondo le regole di accesso al pubblico impiego a totale carico dell’amministrazione regionale, dall’altro l’impegno dell’assessorato regionale alla Salute a fornire il fabbisogno di personale distinto per categorie e mansioni (informatiche e digitali, Oss, ecc.) e a favorire l’accesso dei dipendenti riqualificati nelle strutture pubbliche di pertinenza attraverso gli istituti previsti per legge».
«Un primo passo verso quella riforma complessiva del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza contenuta nel disegno di legge approvato dal governo Musumeci – aggiunge Scavone – e che lunedì prossimo inizierà il suo iter all’Assemblea regionale. È prevista la trasformazione delle Ipab in aziende pubbliche di servizi alla persona (Asap). In particolare, l’impianto normativo si pone l’obiettivo di superare la disciplina della legge regionale 22 del 1986, ormai anacronistica, e imprimere un definitivo cambio di rotta del modello di assistenza e beneficenza. Introdurrà forme organizzative capaci di assicurare, in maniera più efficiente, efficace ed economica, l’erogazione dei servizi assistenziali, socio-sanitari, socio-educativi e formativi a tutela degli assistiti e anche dei lavoratori del settore».
«Questa misura chiude l’ennesima pagina sul fronte delle vertenze senza la perdita di posti di lavoro, consentendo di assicurare ulteriori risorse umane alla sanità siciliana in uno dei momenti più critici della storia recente», ha commentato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. «Si tratta – prosegue – di un processo virtuoso, elaborato in sinergia con l’assessorato alla Famiglia, che consente di attivare in tutta la Sicilia quanto sviluppato nei mesi scorsi nel territorio dell’Asp di Catania, dove sta procedendo il percorso di reinserimento professionale degli ex lavoratori dell’Ipab “Oasi Cristo Re” di Acireale all’interno delle strutture dell’azienda sanitaria provinciale. Oggi, grazie a questo protocollo, l’azione si allarga ad ogni area della Regione grazie al coinvolgimento del Cefpas, per la riqualificazione del personale».
Foti: “Grande passo in avanti”
Per Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia che ha sempre portato avanti la battaglia per dare un futuro lavorativo ai dipendenti delle Ipab, si tratta di grande passo in avanti “che permetterà dopo la riqualificazione del personale il collocamento nelle Asp. Si tratta di un atto riparatorio nei confronti di questi lavoratori che per anni sono caduti nel dimenticatoio. Il sostegno dell’assessorato alla Sanità è stato fondamentale in questo percorso e per questo va un ringraziamento all’assessore Ruggero Razza. Adesso – prosegue Foti – è necessario che il Cefpas predisponga un cronoprogramma dei corsi rivolti a tutto il personale dislocato nei vari territori e che le rispettive Asp pianifichino l’entrata in servizio di questi lavoratori, evitando che nonostante la riqualificazione poi non ci sia la possibilità di un utile collocamento nelle strutture sanitarie”.
Prossimo passo: la riforma all’ARS del settore
“Il prossimo passo – conclude Foti – toccherà alle commissioni Affari istituzionali e Bilancio prima e poi all’Assemblea Regionale Siciliana per procedere speditamente alla riforma del settore. Per questo reitererò l’urgenza della trattazione”.
Cgil, Cisl e Uil: “Restituiamo prospettive e dignità ai lavoratori”
Soddisfatti i sindacati che parlano di “svolta” per i lavoratori delle Ipab siciliane. “Un obiettivo per cui abbiamo lavorato tanto e che permette finalmente di restituire una prospettiva a tanti lavoratori che da troppo tempo non avevano riconosciuta la giusta dignità professionale. Inoltre, si delinea un modello che potrà essere utilizzato anche per altri settori delle funzioni locali”, affermano Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango, rispettivamente segretari generali regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
In prima battuta, il protocollo prevede l’avvio di percorsi di riqualificazione dell’attuale personale pubblico delle Ipab con qualifica di operatori socio-assistenziali in operatori socio-sanitari o in altre figure amministrative con competenze informatiche e digitali, sulla scorta delle indicazioni fornite dall’assessorato regionale alla Salute, al fine di poterli impiegare in modo temporaneo o definitivo nelle strutture pubbliche e sanitarie siciliane. I processi di riqualificazione, che avverranno su base volontaria, saranno a totale carico dell’amministrazione regionale che sfrutterà le risorse extra regionali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e Next Generation Eu.
Da tempo fermi erano bloccati in un limbo
“Un primo passo verso la risoluzione concreta di una situazione critica che perdura da troppo tempo che vedeva questi lavoratori stipati in un limbo, senza poter nemmeno accedere a misure di sostegno al reddito”, proseguono i sindacalisti.
Anche il nodo Asu
Nella stessa giornata, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Temp – quest’ultima con il segretario generale regionale, Danilo Borrelli – hanno affrontato con l’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, il nodo relativo alla vertenza degli Asu. “Attendiamo di conoscere quali determinazioni arriveranno dal governo e dal parlamento regionali dopo la vicende della norma all’Ars. Per noi – è la posizione di Agliozzo, Montera e Borrelli – il traguardo finale resta sempre e comunque la stabilizzazione di questi lavoratori, precari ormai da più di 24 anni. Riteniamo che a questo punto non sia più ammissibile un passo indietro, nemmeno sul versante delle risorse economiche stanziate per l’obiettivo e che ora potrebbero proficuamente essere utilizzate per l’integrazione del monte ore. Ci aspettiamo, in ogni caso, che finalmente si avvii un’azione di sistema che coinvolga anche Roma”.
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