I giudici del Tar di Palermo hanno annullato un’informativa antimafia del prefetto di Palermo emessa nel 2017 nei confronti di un’imprenditrice di 47 anni C.D., di Porto Empedocle, che opera nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili. La prefettura aveva emesso un provvedimento dove si diceva che c’era il rischio di condizionamento mafioso nei confronti della titolare della ditta visti i precedenti giudiziari dell’ex marito.

I motivi dell’interdittiva

Alla luce dell’interdittiva il gestore dei servizi energetici disponeva la risoluzione di diritto delle convenzioni in conto energia con la ditta. Contro il provvedimento l’imprenditrice assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino ha presentato ricorso ai giudici amministrativi.

La tesi dei legali

I legali hanno dimostrato che quando è stata emessa l’interdittiva i coniugi erano legalmente separati e l’ex marito non aveva ruoli o partecipazione a qualunque titolo nella ditta. L’ex marito operava in un settore diverso da quello della ex moglie. I giudici del Tar hanno accolto le tesi dei legali e annullato il provvedimento del prefetto. condizionamento mafioso negli affari della ditta ricorrente.

Ripristinate le convenzioni

Il Tar Palermo ha anche disposto l’annullamento del conseguente provvedimento del gestore dei servizi energetici e ripristinato le convenzioni in conto energia della ditta. Per effetto della decisione la ditta empedoclina potrà nuovamente intrattenere rapporti contrattuali ed economici con la pubblica amministrazione e il gestore.

Tar annulla regolamento sul fotovoltaico del Comune di Castelvetrano

Nelle settimane scorse, annullato dai giudici del Tar di Palermo il regolamento comunale di Castelvetrano che vietava la realizzazione degli impianti fotovoltaici su verde agricolo. Il ricorso è stato presentato dalla società Sol.In.Cal srl che assistita dagli avvocati Massimiliano Mangano e Giovanni Barraja ha chiesto l’annullamento del regolamento adottato con delibera del consiglio comunale risalente al 2014 nella parte in cui si individuavano le zone idonee e non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici.

L’azienda, secondo quanto riferito, aveva chiesto anche il provvedimento dello sportello unico delle attività produttive con il quale in base al regolamento era stata negata l’autorizzazione per la costruzione di un impianto in contrada Casuzze. Il ricorso è stato accolto dai giudici della seconda sezione del Tar di Palermo presieduta da Federica Cabrini.

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