La realizzazione del Muos, il mega sistema di difesa realizzato dagli Stati Uniti a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, in piena area tutelata, non ha rispettato le norme edilizie ed è stato costruito senza avere tutti i pareri. Lo hanno stabilito i giudici del Tar di Palermo, presieduti da Salvatore Veneziano che hanno accolto il ricorso presentato dal Comune di Niscemi, difeso dall’avvocato Edoardo Nigra.

Cosa hanno detto i giudici sulla costruzione del Muos

Il ricorso è stato presentato contro il ministero della Difesa e nei confronti dei vari assessorati che parteciparono alla conferenza dei servizi che sbloccò l’iter per la costruzione del mega impianto di difesa. Secondo i giudici amministrativi della prima sezione nel 2018 “non avrebbe potuto concludere la conferenza di servizi disponendo l’approvazione dei progetti in parola, dando per acquisito a tale data il silenzio assenso del Comune”.

Il Comitato No Muos che ha sempre sostenuto l’illegittimità dell’opera

Al fianco del Comune si era schierato il comitato No Muos che ha sempre sostenuto l’illegittimità dei lavori all’interno del sito d’interesse comunitario “Sughereta di Niscemi”, in quanto non rispettose delle norme in materia paesaggistica. “Il paradosso della vicenda è che, nel frattempo le opere erano già state eseguite, tanto che l’avvocatura dello Stato aveva provato a difendersi affermando che fosse “cessata la materia del contendere” – dicono i componenti del comitato -. Questa sentenza, per quanto inefficace nella sua sostanza, a meno che il Comune di Niscemi non richieda la demolizione delle opere costruite, ci dice una cosa chiara: all’interno della riserva, e della base NRTF-MUOS degli Stati Uniti d’America, sussistono opere abusive dichiarate illegittime da una sentenza del Tar e non è poi tanto vero che si possa far ricorso al regime derogatorio delle norme ordinarie in casi come questi”.

Opera che “ha stuprato una zone d’interesse comunitario”

Il movimento No Muos ha sempre sostenuto l’illegittimità dell’impianto, “la sentenza dell’11 novembre, nel suo piccolo, – continuano in una nota i componenti del comitato – rappresenta una conferma della giusta opposizione a quest’opera che ha stuprato l’antica Sughereta; e se alcune opere secondarie sono oggi dichiarate abusive, è evidente come l’opera principale lo sia altrettanto e in maniera ben più grave”.

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