Aumento Tari si o no? E se si, di quanto aumenterà la tassa sui rifiuti? Torna la bufera fra l’azienda che si occupa della gestione della raccolta dei rifiuti in città e Palazzo delle Aquile. Convocato oggi in III Commissione Consiliare per discutere dell’argomento, il presidente di Rap Giuseppe Todaro non ha partecipato all’incontro a causa di un imprevisto. A sottolineare l’accaduto è stata la presidente dell’organo consiliare, ovvero la consigliera comunale della Lega Sabrina Figuccia. L’esponente della Lega non ha lesinato critiche nei confronti dell’esponente del CdA di Rap, invitandolo a fornire a breve numeri preciso sul Pef (Piano Economico Finanziario) dell’azienda. Parole dalle quali si sono distanziati sia Catia Meli (Forza Italia) che Antonino Abbate (Lavoriamo Per Palermo).
Balla l’aumento della Tari
Nei giorni scorsi infatti, il CdA di Rap aveva approvato la previsione del cosiddetto Pef aziendale. L’atto prevedeva un adeguamento della cifra richiesta per il biennio 2023-24, a causa di un’attualizzazione dei costi al netto dei tassi d’inflazione. Cifre che si traducevano in un +4,5% per il 2023 e in un +8.8% per il 2024, mentre per il 2025 non ci sarebbe dovuto essere un aumento. Tradotto, circa 33 milioni di euro in più nel periodo in questione. Ma qualcosa negli ultimi giorni è cambiato. Il presidente di Rap Giuseppe Todaro sembra averci ripensato, tanto da voler riformulare il corrispettivo richiesto al Comune. Una decisione che arriva dopo la sottoscrizione del patto per la città fra l’azienda, i sindacati e il Comune di Palermo con il quale si è stabilito, fra le altre cose, lo sblocco delle assunzioni per 46 autisti entro il 20 febbraio e il ripristino di straordinari e doppi turni (cosiddetti accordi di secondo livello).
Todaro non si presenta all’incontro in Commissione
Il problema TARI rimane all’ordine del giorno, immerso in un più generale contesto di austerity dettato dalla presenza del piano di riequilibrio. Fra l’impossibilità di aumentare i corrispettivi alle società Partecipate e la necessità di rispettare tutti i paletti imposti dall’accordo con lo Stato, il margine di manovra per il Comune di Palermo e le sue falangi è davvero minimo. Che fare quindi? Una domanda che ad oggi non risulta chiarita. Nella mattinata odierna infatti, era attesa l’audizione del presidente di Rap Giuseppe Todaro in III Commissione consiliare. Ma l’esponente del CdA di piazzetta Cairoli non si è presentato, come sottolineato dall’esponente della Lega Sabrina Figuccia.
L’attacco della Lega
“All’ultimo momento ha comunicato un imprevisto”, ha sottolineato l’esponente del Carroccio, passando poi all’attacco di Todaro. “Probabilmente, il presidente Todaro è ancora alle prese con il pallottoliere per rifare i conti e cercare di capire bene la somma da chiedere al Comune e quindi ha preferito evitare il confronto con la sottoscritta e i colleghi consiglieri comunali della Terza Commissione per l’imbarazzo dopo la sua retromarcia. Una decisione che apprezziamo, anche se purtroppo i palermitani, comunque, dovranno affrontare l’aumento dei costi della Tari, in un momento nel quale il servizio di raccolta dei rifiuti lascia parecchio a desiderare, a volerusare un eufemismo. Speriamo che nei prossimi giorni Todaro, che noi abbiamo regolarmente riconvocato, venga in Commissione e fornisca le cifre esatte dell’aumento del Piano economico finanziario della Rap, evitando magare di sparare numeri a casaccio e allarmare i contribuenti palermitani”.
Forza Italia e Lavoriamo Per Palermo prendono le distanze
Un affondo sul quale si registra la presa di distanze da parte di Catia Meli ed Antonino Abbate, rispettivamente consiglieri comunali di Forza Italia e Lavoriamo Per Palermo. “A seguito delle dichiarazioni della consigliera Figuccia, teniamo a ribadire il nostro dissenso circa la polemica sull’audizione del presidente Rap Giuseppe Todaro. Non siamo interessati a partecipare ad un dibattito che già riteniamo esaurito in quanto non è all’ordine del giorno nessun aumento Tari. Inoltre, teniamo a non essere strumentalizzati a nostra insaputa da dichiarazioni rispetto alle quali prendiamo le distanze”.
Il nodo Partecipate nel bilancio di previsione e nel piano di riequilibrio
Le società Partecipate, e quindi anche Rap, rimangono un nodo centrale all’interno del pian di riequilibrio e del futuro bilancio di previsione 24-26. Atto che ha ricevuto in questi giorni l’ok da parte del Collegio dei Revisori dei Conti. Le falangi operative di Palazzo delle Aquile valgono un valore azionario superiore ai 190 milioni di euro. La parola d’ordine in tal senso è evitare sprechi. Proprio per questo, i tecnici ricordano che “il responsabile del Servizio Finanziario nel rilasciare il proprio parere di competenza sulla regolarità tecnica, nell’esprimere parere favorevole ha attestato il bilancio di previsione tecnico 2024/2026, pertanto, è in equilibrio di parte corrente e capitale nel triennio alla condizione che le partecipate non producano, nel detto termine, perdite di esercizio“.
Elemento sul quale nel piano di riequilibrio, così come rimodulato dal Comune di Palermo lo scorso anno, sono previste una serie di azioni. Fra queste il contenimento dei costi operativi (azione 9); eliminazione dei cosiddetti “disallineamenti” (crediti non riconosciuti da una delle parti ma che l’altra ritiene dovuti – azione 12); attività di monitoraggio dei conti (azione 13); rimodulazione dei contratti di servizio con le società Partecipate senza aumenti dei corrispettivi previsti a partire dal 30/12/2020 (azione 14); obbligo per le società Partecipate di predisporre il piano di acquisto di beni e servizi (azione 15); riduzione della spesa degli incarichi esterni (azione 16); riduzione di specifiche tipologie di spesa, come mostre pubbliche, convegni, pubblicità, ecc. (azione 17).
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