Nubi sempre più fosche si addensano sul futuro del Teatro Biondo dopo le dimissioni del direttore Roberto Alajmo.
La guida dello scrittore e giornalista e il suo rapporto ‘forte’ con il sindaco Orlando davano quelle parvenze di certezze che permettevano di sperare.

Ora che Alajmo se n’è andato con una lettera durissima nella quale contesta le scelte dei soci e dunque anche del Comune i 44 lavoratori, con tre mesi di stipendi arretrati, si sentono sull’orlo del baratro e non sanno cosa ne sarà di loro.

Per questo stamane hanno protestato davanti la sede dell’Ars.
Come spiega Guido Correnti, che lavora al botteghino del teatro: “Noi dipendenti vogliamo chiarezza sui nostri posti di lavoro. Crocetta aveva assicurato che non saremmo stati licenziati, invece una delibera dell’Assemblea dei soci del 6 giugno scorso ha previsto di fare un piano di risanamento del teatro tagliando le teste dei lavoratori.
Noi siamo 44, ognuno con il suo ruolo, non capiamo perché questo taglio deve essere fatto su di noi, non penso che i nostri stipendi incidano così tanto.
Vogliamo sensibilizzare la politica perché prenda dei provvedimenti e ci dia un futuro. Nell’ultima riunione con il sindaco, Orlando è stato chiaro. Ha minacciato la chiusura entro dicembre. Ma che si assuma la responsabilità. I posti di lavoro non si toccano”.

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