Grande successo ieri sera e lunghi minuti di applausi a Palermo per “Odissea a/r”, lo spettacolo di Emma Dante che ha inaugurato la stagione del Teatro Biondo.
Sul palcoscenico una nuova stirpe di giovani votata al teatro, aspiranti artisti che frequentano la Scuola dei mestieri dello spettacolo del Biondo e che con la regista palermitana hanno seguito un laboratorio durato due anni da cui è nato proprio lo spettacolo rappresentato.

Odissea a/r ha debuttato la scorsa estate al Festival di Spoleto e dopo le repliche palermitane andrà in tournée a Napoli, Roma, Pordenone e Pistoia. Le canzoni e le musiche sono di Serena Ganci e Bruno Di Chiara, le scene e i costumi della stessa Dante, e non mancano, come spesso accade nel linguaggio scenico di Emma Dante, l’uso del dialetto (riservato non solo ai Proci, ) ma soprattutto delle coreografie, del corpo come cifra emblematica della spettacolarità. Si replica fino al 6 novembre.

“La mia Odissea – spiega Emma Dante – è frutto di un percorso di studio durante il quale abbiamo lavorato a questo grande poema in cui è venuta fuori questa storia riscritta, rivisitata. Qui Odisseo è un eroe più terreno, racconta anche il suo essere padre, la sua lontananza dalla casa e dalla famiglia”.

Impegnativa la preparazione alla quale sono stati sottoposti i giovani attori: “Abbiamo fatto un laboratorio permanente in cui loro hanno seguito il mio metodo – racconta ancora la regista – lavorando tutti i pomeriggi. Le mattine invece sono state dedicate a materie più canoniche, con altri docenti che insegnavano loro dizione, recitazione, storia del teatro, storia della danza contemporanea”.

Nonostante sia molto nota anche all’estero, dove riscuote notevoli apprezzamenti, Emma Dante torna sempre nella sua Palermo dove il pubblico la accoglie con grande calore: “Le differenze tra il pubblico – conclude – e nel suo modo di rispondere, ci sono anche nella stessa città. Le persone sono diverse ed ogni sera si creano atmosfere diverse che dipendono da cultura, usi e costumi di un posto. Ad esempio ho scoperto che il pubblico russo è molto più simile a quello siciliano di quanto normalmente non si pensi”.