Il Teatro Massimo di Palermo ospita una prima assoluta di Ludovico Einaudi, il noto pianista e compositore per la prima volta alle prese con l’opera lirica. L’opera, dal titolo Winter Journey in scena il 4 ottobre, è scritta dallo stesso Einaudi in collaborazione con Colm Tóibín e Roberto Andò che ne cura anche la regia.
Il compositore Ludovico Einaudi e lo scrittore Colm Tóibín si cimentano per la prima volta con l’opera lirica con un viaggio nell’inverno desolato dell’Europa di oggi, nella solitudine disperata di chi è costretto a lasciare il proprio paese per imbarcarsi alla volta di terre in cui mendicare una manciata di vita, in cui il titolo allude alla Winterreise di Franz Schubert. L’opera è fatta da frammenti che svelano la profondità di un paesaggio interiore al cui centro si stagliano tre anime in fuga, o in attesa. I protagonisti sono un uomo, una donna, un bambino: un nucleo familiare diviso dalla guerra e dalla necessità.
Winter Journey è anche una struggente invocazione all’Europa, un canto rivolto alla sua anima perduta. Intorno alla piccola famiglia separata dalle acque del mare e dalle fiamme della guerra, un politico, e un coro di uomini e donne enunciano le proprie ragioni per respingere o per accogliere gli stranieri. Che la si definisca una storia d’amore tra un uomo e una donna, o tra un bambino e i suoi genitori, questa è una vicenda che va oltre i confini ordinari dell’amore. Perdita, dolore, solitudine, disperazione, ironia, sono le diverse intonazioni delle voci che vi si inseguono, in un colloquio tragico, che, a volte, assume il tono febbrile del desiderio, altre quello lirico e struggente dell’assenza.
Per il regista Roberto Andò, «che l’opera nasca a Palermo, al Teatro Massimo, non è un caso.
Se c’è una città che ha fatto dell’accoglienza al migrante una battaglia politica e di civiltà è proprio Palermo. Sin dall’inizio, con Einaudi e Tóibín abbiamo deciso di raccontare una storia in cui emergessero dei sentimenti, e ci fosse la tensione dolorosa di vite costrette a separarsi, l’incertezza di un viaggio disperato – quello di chi affronta l’insidia del mare e vagheggia un approdo sulle sponde europee in cerca di lavoro e accoglienza. Mai come oggi i migranti affrontano un viaggio d’inverno – Schubert lo aveva già capito – , dove l’inverno è il cuore di un’Europa che non sa più far corrispondere le parole e i gesti della politica agli ideali di fraternità e civiltà che erano all’origine della sua utopia. L’inverno dell’Europa è il paesaggio gelato del migrante respinto, delle nazioni chiuse nel proprio egoismo miope, dei cittadini perplessi sulle parole da usare: accoglienza, integrazione, cittadinanza, umanità».
Il sindaco Leoluca Orlando afferma infatti: «Mai come oggi sono orgoglioso di essere il Presidente della Fondazione Teatro Massimo. Oggi il nostro Teatro accoglie e promuove un’opera che davvero sembra nata dalle viscere più profonde della nostra città, della nostra cultura. Ha ragione Roberto Andò nel sottolineare che poche città come Palermo hanno fatto dell’accoglienza la propria bandiera. E se Palermo l’ha fatto non è soltanto perché nei migranti di oggi vediamo i nostri migranti di ieri, ma soprattutto perché oggi i migranti e le migrazioni sono divenuti paradigma di quel conflitto che oppone i deboli e gli ultimi a coloro che hanno e sempre più vorrebbero avere, dimenticando che viviamo sempre in una casa comune. Oggi il Teatro Massimo dà il meglio di sè, ancora una volta accogliendo maestri straordinari come Ludovico Einaudi, Colm Tóibín e lo stesso Andò, ma soprattutto mostrando quanto profondo sia il legame con la città e quanto la città possa beneficiare della straordinaria azione di lievito culturale che questo Teatro svolge».
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