Non si placano le polemiche sugli scontri avvenuti ieri nei pressi dell’Albero Falcone nel corso della commemorazione per il 31mo anniversario dell’eccidio che costò la vita al magistrato, alla moglie ed agli uomini della scorta il 23 luglio del 1992.
“Il corteo cosiddetto ‘non ufficiale’, partito da via Maqueda, dinanzi alla facoltà di giurisprudenza, si è sviluppato ordinatamente lungo tutto il percorso dando vita ad una manifestazione colorata e vivace di donne, giovani, studenti, lavoratrici e lavoratori, ma anche semplici cittadini che si sono uniti lungo il percorso, che è stato concordato dal ‘coordinamento 23 maggio’, rappresentato da decine di sigle di associazioni e movimenti democratici, con la Questura”. Lo si legge in una nota della Cgil di Palermo in merito alle tensioni vicino all’albero Falcone, “per puntualizzare i fatti, ribattere al comunicato della Questura che ricostruisce parzialmente e forzatamente la vicenda”.
Cgil “Con Pec del 5 aprile abbiamo comunicato iniziativa”
“Tramite pec inviata il 5 aprile, abbiamo comunicato le modalità dell’iniziativa e il percorso, che ha subito sollecitazioni continue con disposizioni prima verbali, cambiate all’ultimo minuto, fino all’ordinanza delle ore 14 del 23 maggio”, dicono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile dipartimento Legalità Rosario Rappa.
Il racconto dei sindacalisti
“In prima istanza, l’arrivo del corteo in via Notarbartolo era stato limitato all’altezza di via Leopardi, ovvero dell’area transennata. Successivamente veniva limitato l’ingresso del corteo in via Notarbartolo, solo all’altezza di via Petrarca. Quindi veniva impedito l’accesso del corteo a via Notarbartolo – proseguono i sindacalisti – Abbiamo concordato, lungo il percorso e durante la manifestazione, con i funzionari della Questura, di giungere a un accordo rispetto alle richieste delle forze dell’ordine. Ovvero di interrompere il corteo, all’incrocio tra via Libertà e via Notarbartolo, di spegnere l’amplificazione e anche di posizionare il furgone che trasportava la riproduzione di un’opera satirica in coda al corteo. L’accordo prevedeva comunque di dare la possibilità ai manifestanti di proseguire e defluire liberamente lungo via Notarbartolo, senza prevedere dunque uno sbarramento di polizia”.
“Evidentemente – sottolinea la Cgil Palermo – gli accordi presi con i rappresentati della questura sono stati bypassati da decisioni che hanno scavalcato anche i funzionari presenti. Prova ne è quella di avere trovato all’incrocio con via Notarbartolo, in tenuta antisommossa, uno schieramento di forze dell’ordine, che ha provocato un ‘tappo’ e una frizione inutile, in quanto era impossibile impedire al corteo di sciogliersi senza consentire il deflusso verso via Notarbartolo. Tra l’altro il corteo, ignaro dello sbarramento, spingeva le persone presenti nelle prime file, che a quel punto premevano sul cordone di polizia”.
Gli attimi più concitati
Nella ricostruzione della Cgil, anche gli attimi più concitati, quando la via Notarbartolo è stata sbarrata dai furgoni blindati di polizia e carabinieri.
“Il successivo riposizionarsi delle forze dell’ordine con i blindati di traverso, non ha prodotto altro che una drammatizzazione della situazione, di cui certamente potevano approfittare elementi estranei – concludono Ridulfo e Rappa – ai pacifici manifestanti va la nostra piena solidarietà così come anche ai lavoratori delle forze dell’ordine rimasti feriti nella calca, sia per essere stati coinvolti, sia per essere stati inutilmente utilizzati. La situazione determinatasi di fatto è il prodotto di una cattiva gestione dell’ordine pubblico di cui il questore è certamente responsabile ma anche ‘vittima’ per le evidenti interferenze che sono state determinate da altri livelli istituzionali. Nello stigmatizzare quanto successo, confermiamo il nostro impegno quotidiano per affermare che lotta alla mafia e lotta per i diritti camminano assieme”.
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