Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si ostina a chiamarli valorizzatori e non termovalorizzatori perchè, dice, non utilizzeranno tecniche di incenerimento ma sulla gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana arriva la smentita ufficiale. Sono otto gli impianti da realizzare nel Paese per una capacità di oltre 1,8 milioni di tonnellate l’anno.

È quanto prevede il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in attuazione dello Sblocca Italia pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale.

Il decreto prevede gli impianti di maggiore dimensione e non è escluso che il piano regionale, come ha più volte detto proprio Crocetta, ne possa prevedere altri di dimensioni più piccole. In tanto lo stato ne prevede due in Sicilia per complessive 690mila tonnellate annue ovvero per l’intero ammontare dei rifiuti da smaltire nell’isola. Si tratterebbe, se fossero solo due, degli impianti più grandi d’Italia visto che la massima capacità prevista nel resto del Paese è l’inceneritore da 300 mila tonnellate in campania e quello da 210 mila nel Lazio. In totale, come detto, la capacità da realizzare ammonta a 1,83 milioni di tonnellate/anno.

Solo tre giorni fa la giunta regionale di governo aveva approvato il piano rifiuti che prevede, in Sicilia, non due termovalorizzatori ma la suddivione della stessa quantità su più impianti e dunque la realizzazione di 8 ‘valorizzatori’ due di medie dimensioni e 5 o 6 di dimensioni minori.

Il piano e le cifre sono quelli già concordati con Roma, cambia solo la parola: ‘valorizzatori’. “Si ribadisce il concetto di valorizzazione – dice Crocetta che già mercoledì della scorsa settimana aveva puntato sul concetto di valorizzazione e non termovalorizzazione come novità del piano –  poiché la tecnologia, oggi, permette di utilizzare impianti innovativi e a zero impatto ambientale”.

Un concetto già espresso durante la conferenza stampa convocata per rispondere alle polemiche dopo che il Ministro Galletti aveva detto chiaramente, in Commissione Parlamentare, che alla Sicilia restano sei mesi di autonomia poi le discariche scoppieranno.

“La novità è che non usiamo nel nostro piano la parola termovalorizzatori ma valorizzazione dei rifiuti -. aveva annunciato il Presidente – nel senso che per noi i rifiuti sono una risorsa che va valorizzata e non necessariamente incenerita. si potranno usare sistemi alternativi e comunque sempre i meno inquinanti”. (VIDEO INTERVISTA)

Con queste premesse, il Dipartimento rifiuti, potrà ora pubblicare un bando per la manifestazione di interesse in project financing, per la realizzazione e la gestione dell’impiantistica. Per i privati del settore si profila, dunque, all’orizzonte un nuovo ‘affare rifiuti’

Dunque non finanziamenti diretti ma impianti fatti dai privati e dati in gestione. I progetti verranno valutati sulla base della loro compatibilità ambientale, in considerazione del fatto che i livelli di emissione, devono essere il 70% in meno, rispetto a quelli indicati dalla normativa europea e sulla base della
loro convenienza economica.

Nel piano rifiuti vengono indicati i siti compatibili per l’istallazione degli impianti, che saranno lontani dai centri abitati e di piccola capacità.

La loro distribuzione viene prevista con capacità da 200 tonnellate ciascuno nelle città metropolitane di Catania e Palermo e, le restanti 300, nel resto della Sicilia divise in sei impianti da 50 tonnellate o in 4 da 80 tonnellate.

Nel frattempo, per gestire la fase transitoria evitando nuove emergenze  a Trapani dal 1 ottobre aumenterà la capacità di conferimento perché dopo l’incendio dell’impianto di biostabilizzazione si sta procedendo a mettere in funzione la struttura, a Enna nelle more della realizzazione di un impianto fisso, si avrà una discarica funzionante con un ulteriore impianto di biostabilizzazione mobile che consentirà il conferimento di tutti i comuni della provincia mentre l’impianto fisso di Sciacca sarà finanziato con i fondi del patto per la Sicilia.

La prossima emergenza sembra essere già ‘programmata’ per la prossima estate in attesa che si completi quell’affare rifiuti che può concretizzarsi per l’ennesima volta.