“Siamo già stati allertati e abbiamo dato la nostra disponibilità all’intervento per il terremoto Marche a supporto della Protezione civile locale e nazionale o per qualsiasi esigenza si presenti. Non credo che saremo chiamati all’intervento in queste ore vista la distanza. I nostri tempi di operatività nelle Marche sono di 8-10 ore”.
Così a BlogSicilia il dirigente generale della Protezione civile siciliana Calogero Foti raggiunto mentre era già in riunione operativa negli uffici della stessa Protezione Civile.
Foti spiega i meccanismi di attivazione: “In casi come questo il primo intervento è demandato alla Protezione civile locale e a quella delle regioni limitrofe. Questo naturalmente per abbreviare il più possibile i tempi di intervento mentre si attiva la Protezione civile nazionale. Le Regione più distanti vengono attivate per gli interventi successivi e in questo senso il governo regionale siciliano ha già dato piena e totale disponibilità”.
A prescindere dall’intervento di soccorso e a supporto delle popolazioni colpite, cosa accadrebbe in Sicilia in caso di un evento del genere? Saremmo pronti ad attivarci?
“I Comuni sono dotati dei piani di prevenzione e di intervento – dice Foti – il problema è far comprendere che sono essenziale le prime ore dall’evento, l’attivazione immediata e il soccorso in loco. Occorre avere nuclei di soccorritori volontari professionalizzati sul posto per garantire un intervento immediato”.
Nelle marche sembra che il sistema non abbia funzionato nell’immediatezza
“La macchina si è attivata perfino prima rispetto ad altre occasioni ma non c’è dubbio che ci sono località nelle quali si attendono soccorsi anche da 4 o 5 ore. Quello che sta accadendo deve farci riflettere ulteriormente e procedere nel senso che indicavo prima. I tempi di attivazione, soprattutto di notte, per quanto rapidi, aggiunti alle distanze da percorrere, creano queste situazioni. L’unico modo per accorciare questi tempi è quello di avere disponibilità locali per il pronto intervento”.
Dunque per il primo intervento occorre una sorta di autosufficienza locale?
“Guardi è perfino ovvio. Se sono sul posto ed estraggo subito una persona da sotto le macerie le possibilità di salvarla sono molto superiori. Ma bisogna far si che chi soccorre sia preparato e professionalizzato altrimenti rischiamo di dover poi soccorrere il soccorritore”.
Quindi cosa bisogna fare per essere pronti?
“Occorrono risorse e mezzi per attivare un percorso di formazione che doti ogni area di soccorritori professionali preparati e volontari attivabili al momento dell’evento e dotati degli strumenti necessari. Così si potrà gestire il Pronto Soccorso nell’immediatezza e nell’attesa dell’arrivo dei mezzi e degli uomini regionali e nazionali”.
La Sicilia resta, comunque, un territorio ad alto rischio sismico e gli eventi degli anni passati lo dimostrano (i terremoti in Sicilia) ma in tutta Italia sono davvero tanti gli eventi sismici devastanti degli ultimi 50 anni
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