I furbetti del cartellino nei piccoli centri hanno vita difficile Tutto il paese si accorge se non sei al lavoro. Così una donna di Polizzi Generosa aveva trovato la soluzione recandosi a passeggio durante le ore di lavoro ma nei centri limitrofi a quello dove doveva prestare servizio

Arrivava al lavoro, timbrava il cartellino per se stesso e per la collega che prendeva servizio molto tempo dopo, poi andava via ma, per le Poste era ancora a lavoro. Scoperta dai carabinieri una coppia che raggirava le Poste timbrando i badge quando si trovava da tutt’altra parte. Ma ad andare a passeggio era lei mentre il lui di questa storia restava in ufficio tenendo anche il cartellino della donna per ‘guardarle le spalle’ in caso di controlli

A volte si recava a fare la spesa o a comparare la frutta ma anche, a farsi bella con trucco e parrucco in un centro estetico a Castellana Sicula.

Per questo due dipendenti di Poste Italiane, in servizio presso l’Ufficio Postale di Polizzi Generosa, sono stati rinviati a giudizio. A dare esecuzione all’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, Stefania Gallí, sarebbero stati i carabinieri della Stazione di Polizzi Generosa.

Le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dai militari della stazione di Polizzi Generosa, guidati dal maresciallo Stallone, hanno consentito di accertare come, sistematicamente, dopo aver segnato la presenza strisciando il badge, la donna si allontanava dal posto di lavoro.

In diverse occasioni il lavoro meticoloso dei carabinieri avrebbe consentito di accertare – racconta Madonie Notizie – che la donna andasse vie ore prima per recarsi in anche in centri estetici di bellezza per farsi la piega.
Ad essere stati rinviati a giudizio sono: una donna, L.S.C., 52 anni, nella qualità di responsabile dello smaltimento posta, ed un giovane, A. F, 40 anni.

L’indagine avviata nel giugno del 2015 è stata svolta attraverso servizi di osservazione, pedinamento e controllo, con contestuale esecuzione di video riprese e l’ausilio di videocamere poste in punti nevralgici degli Uffici Postali, consentendo di accertare un notevole numero di truffe perpetrate dalla donna.
Tutto ha inizio quando i carabinieri cominciano a indagare su una segnalazione che riferiva di una donna che si assentava senza giustificazione dalle sue mansioni negli uffici postali.
Nell’arco di poche settimane i militari hanno accertato che in effetti un dipendente aveva passato il proprio badge all’ingresso per poi allontanarsi dal posto di lavoro. Dalle indagini infatti, risultò che in nessuna delle occasioni aveva avvertito i superiori della propria assenza e che lo stesso collega, forse per timore si sarebbe reso complice delle sue uscite.
Per questo motivo, il Giudice Gallí nelle motivazioni del rinvio a giudizio evidenzia “il reato di truffa aggravata a carico del dipendente pubblico che al fine di attestare falsamente la propria presenza in ufficio cede il proprio badge, o cartellino marcatempo, al collega che provvede ad effettuare la timbratura in sua vece procurando profitto di somme indebitamente percepite a titolo di retribuzione per le ore non lavorate“.
Il processo continua nelle aule del Tribunale di Termini Imerese il 2 febbraio 2017.