Sono tornati in piazza scandendo lo slogan “il posto di lavoro non si tocca”.
Sono gli assistenti igienico-personale degli studenti disabili che stamane hanno manifestato a Palermo davanti l’assessorato alle Politiche sociali e alla Famiglia che ha sede in via Trinacria.

A spiegare i motivi della protesta è Giorgia Geraci, assistente igienico-personale da 25 anni e delegata Slai Cobas.

“La questione dei servizi di assistenza igienico-personale nelle scuole superiori ma anche nelle scuole comunali riguarda tutta la Sicilia e ancora oggi non ha avuto una soluzione positiva.
Purtroppo – dice Geraci – ci troviamo di fronte a studenti disabili e bambini che non possono andare a scuola perché non ci sono queste figure e in questo momento, nonostante la delibera di Giunta e nonostante il richiamo che l’assessore Scavone ha fatto ai Comuni e alle Città Metropolitane, gli enti locali lamentano la poca chiarezza di questa delibera e il fatto che non hanno risorse disponibili che possono garantire l’attivazione di questo servizio”.

Continua Geraci: “Il danno maggiore in questo momento lo stanno subendo gli studenti disabili che vengono da un periodo di lockdown, quindi da marzo si trovano ancora a casa, gli vengono negati ancora una volta il diritto allo studio e all’inclusione scolastica, e lo stare con i propri compagni.
C’è poi il danno per duemila lavoratori di tutta la Sicilia.
Questa ennesima protesta vuole ribadire il fatto che noi non ci fermiamo.
L’assessore Scavone ma anche Musumeci e tutta l’Ars devono attivarsi affinché questi servizi siano stabili una volta e per sempre. Siamo stanchi ma non ci arrenderemo”.

Calogero Di Fiore, anche lui assistente igienico-personale aggiunge: “Anche oggi siamo in protesta perché ancora i servizi di assistenza igienico-personale non sono partiti nelle scuole e i ragazzi disabili sono a casa.
Ieri siamo stati anche al Comune di Palermo dove abbiamo fatto un sit-in e avuto un incontro con il sindaco Orlando che ha detto che manderà una nota all’assessore alle Politiche sociali per fare pressione per attivare il servizio di assistenza”.

Gli assistenti sperano di poter tornare presto a svolgere il proprio lavoro, e a prestare il loro servizio agli studenti disabili al momento abbandonati a se stessi.

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