Ribadisce, ancora una volta, di “non tornare a fare politica”, ma a pochi mesi dalle elezioni amministrative e meno di un anno da quelle Regionali, Totò Cuffaro ruba la scena.

L’ex presidente della Regione, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, abbozza un’analisi su quanto potrebbe avvenire in Sicilia: “Se Renzi vince il congresso, il Partito della Regione, e cioè il progetto siciliano di Partito della Nazione, inizia a diventare progetto realizzabile. Se vince Orlando, invece, si va verso la ricomposizione tra il Pd e ciò che c’è alla sua sinistra”, dice auspicando un partito dal Pd a Fi attraversando l’intero centro.

Secondo Cuffaro “il M5S ha il 37% nei sondaggi. Lo si può fermare solo se si tagliano le ali estreme di sinistra e destra e si converge tutti al centro. La Sicilia – rileva – è già stata il luogo dove sono stati sperimentati il primo centrosinistra e il primo centrodestra della storia. Perché non può succedere anche col Partito della Nazione?”

Il partito della Regione “è la condizione necessaria, anche se non ancora sufficiente, per non far vincere al M5S le elezioni siciliane di ottobre”, ribadisce Cuffaro. “È ciò che hanno in testa in tanti, compresi molti renziani e berlusconiani. Solo che non possono dirlo. Io posso dirlo”.

Saverio Romano, che di Cuffaro è stato sempre un fedelissimo, spiega in una nota che l’ex governatore “ipotizza alleanze, non le propone. Non è soggetto politico. Rispondere ‘no grazie’ alla discussione su queste o quelle alleanze in Sicilia e’ legittimo ma credo debba prescindere dalle considerazioni di un uomo che ci tiene a marcare il suo spazio di libertà di espressione pur sapendo che ciò non lo impegna ne’ vincola altri”.