La terza sezione penale del Tribunale di Palermo ha condannato il presidente del Consiglio Comunale Totò Orlando ad un anno e mezzo di carcere, pena sospesa, per tentata concussione. L’esponente del movimento politico Italia Viva ha già annunciato che farà ricorso.

Sempre nell’ambito dello stesso procedimento, è stato assolto l’altro imputato Antonino Rera. Il dirigente comunale, difeso dall’avvocato Monica Genovese e Toto Cordaro, è stato scagionato dall’accusa di favoreggiamento personale per “ritrattazione”.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, Totò Orlando avrebbe provato a convincere gli allora componenti della commissione comunale Serafino Di Peri e Dario Gristina, a scegliere Antonino Rera per il conferimento dell’incarico di responsabile dell’ufficio consulenza giuridico-amministrativa del Comune.

Un’azione che sarebbe stata condotta tramite e-mail e in incontri.

Tentativo però andato a vuoto, visto che per il ruolo fu nominato Nicolò Giuffrida. Secondo l’accusa, Rera avrebbe evaso le domande poste a suo carico. Questo affermando di non ricordare alcuni incontri avuti con lo stesso Orlando, e con i dirigenti Di Peri e Gristina.

Elementi però chiariti dall’imputato nel corso del procedimento, il quale ha confermato gli incontri avuto on Orlando. Rera ha sostenuto inoltre di non aver ricevuto favori nella corsa alla conquista del posto. E di meritare il ruolo più di Giuffrida, in quanto, a suo dire, possedeva maggiori titoli. Un’assoluzione codice alla mano “per ritrattazione”.

A tal proposito, lo stesso Gristina raccontò che “dopo la conclusione dei lavori della commissione valutativa che ha portato alla scelta di Giuffrida, Orlando ha convocato nel suo ufficio, alla presenza di Antonino Rera, invitandomi a non firmare temporaneamente il verbale, facendomi intendere chiaramente che avrebbe preferito che Giuffrida non venisse nominato”.

Il Tribunale di Palermo ha inoltre condannato Totò Orlando a risarcire settemila euro a Serafino Di Peri, costituitosi parte civile e difeso dall’avvocato Mauro Torti. Il presidente del Consiglio Comunale attraverso il suo avvocato ha fatto sapere che impugnerà la sentenza di condanna e presenterà ricorso sull’esito del processo.

 

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