A sorpresa il boss Totò Riina , imputato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, ha revocato il consenso a farsi interrogare dal pm anticipato, alla scorsa udienza, informalmente attraverso il suo legale, l’avvocato Giovanni Anania.
“Sto male, ho un problema”, ha detto Riina in video collegamento dal carcere di Parma. Un dietrofront, il suo, dopo l’inconsueta volontà di sottoporsi a interrogatorio comunicata al difensore.
l boss Totò Riina aveva comunicato la propria disponibilità a sottoporsi alle domande da parte di pubblici ministeri e avvocati. Era stato un colpo di scena al processo sulla “trattativa” Stato-mafia in corso a Palermo.
Riina è stato arrestato il 15 gennaio del 1993, in passato ha già risposto ai magistrati nel corso dei diversi processi che lo hanno visto imputato, negando sempre qualsiasi legame con Cosa nostra, ed anzi negando l’esistenza stessa dell’organizzazione.
Il boss di Corleone, pochi mesi dopo la sua cattura, chiese perfino un faccia a faccia con il suo grande accusatore Tommaso Buscetta, salvo fare dietro frontuna volta in aula.
Riina, rinchiuso nel carcere di Parma e collegato in video conferenza con l’aula bunker di Palermo, al momento è l’unico tra i dieci imputati del processo ad aver dato la propria disponibilità a rispondere alle domande.
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