Spiati, sorvegliati, profilati, ogni nostra mossa può essere prevista e anticipata. Nel mondo digitale funziona così. I social network ed app sempre più intelligenti ci hanno reso prevedibili, aumentando i rischi per la nostra privacy.
Come scrive il Giornale di Sicilia, è questo l’allarme lanciato dal Garante Antonello Soro nella Relazione annuale al Parlamento.
Le nuove tecnologie consentono conquiste rivoluzionarie, dalla lotta al terrorismo alla raccolta di dati relativi ai crimini informatici, dalle intercettazioni alla sanità elettronica.
Soro apre la sua riflessione con un richiamo al nuovo Regolamento europeo sulla protezione di dati personali come “bussola nel pianeta connesso”, modello da proporre “su scala mondiale”, proprio mentre si fanno più forti “le spinte anacronistiche a creare barriere alla libera circolazione di beni e persone”.
E spiega poi che il Regno Unito, che ha condiviso le nuove disposizioni, “avrà necessità di fare riferimento a quella normativa per avere rapporti con l’ Europa e il resto del mondo”.
L’obiettivo fondamentale resta la lotta alla minaccia terroristica che “deve essere efficace ma rispettosa dei diritti e delle libertà fondamentali”, anche perché “non tutte le limitazioni delle libertà sono effettivamente utili nella prevenzione del ter rorismo o di gravi reati”.
C’è poi il cybercrime che è una minaccia reale, con un peso sull’economia mondiale “stimato in 500 miliardi di euro all’ anno, poco al di sotto del narcotraffico”. Nel 2015 in Italia i crimini informatici sono aumentati del 30%, specialmente nel settore delle imprese: è dunque “inspiegabile”, ammonisce Soro, la “refrattarietà” di molte aziende a “proteggere il loro patrimonio informativo”.
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