Per la prima volta in una struttura del Sud Italia è stato realizzato un trapianto di fegato da donatore a cuore non battente. Inoltre, sono stati eseguiti anche due trapianti di rene anche questi provenienti dallo stesso donatore. L’intervento è stato possibile grazie all’avvio anche in Sicilia da parte del Centro Regionale Trapianti e dell’IRCCS ISMETT di Palermo di un nuovo programma con l’obiettivo di aumentare il numero degli organi disponibili al trapianto: ovvero la gestione di un potenziale donatore di organi con accertamento della morte dopo arresto cardiaco e supporto degli organi prima del prelievo con una tecnica di circolazione extracorporea. La Sicilia è la sesta regione di Italia, la prima del Mezzogiorno, ad aderire a questo importante Programma del Centro Nazionale Trapianti, al momento il programma è attivo in Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte.

Il trapianto è stato possibile grazie ad una donazione segnalata presso la rianimazione dell’Ospedale Umberto I di Siracusa, guidato dal dr Maurilio Carpentieri. A donare gli organi una donna di 60 anni, affetta da SLA, che consapevole che le sue condizioni peggioravano di giorno in giorno, aveva scelto di rifiutare le cure.

La volontà di non essere trattata nelle complicanze era stata manifestata dai familiari alla d.ssa Basso, coordinatrice Aziendale Trapianti dell’ Ospedale Umberto I. Qualche giorno fa, presso la terapia intensiva dell’ospedale Umberto I di Siracusa dove era ricoverata, le sue condizioni cliniche si erano aggravate tanto da non lasciare alcuno spazio a possibilità di recupero. Il marito , i figli e le sorelle hanno fatto subito presente alla dott.ssa Basso la volontà alla donazione degli organi che la loro congiunta aveva manifestato in vita insieme alla chiara volontà di non essere sottoposta a nessun accanimento terapeutico.

Per rispondere alla volontà della donna, da parte del CRT si è programmato di assistere la paziente verso una lenta riduzione delle cure e attivare i medici dell’ISMETT di Palermo per mettere in atto l’assistenza degli organi e consentire in questo modo il prelievo. Grazie al costante supporto del servizio di elisoccorso del 118 coordinato dal Dr. Fabio Genco, l’équipe dell’ISMETT, composta dal dott. Gaetano Burgio e dal perfusionista Andrea Giunta,

si è recata a Siracusa dove, insieme ai Colleghi della rianimazione di Siracusa ha iniziato la perfusione degli organi addominali con il sistema di circolazione extracorporeo (ECMO), utilizzato routinariamente per il sostegno degli organi in soggetti in condizioni di estrema compromissione.

Il trapianto da donatore “a cuore non battente” si differenzia, infatti, dal protocollo tradizionale per il prelievo degli organi (che normalmente avviene da un donatore “a cuore battente” in stato di morte cerebrale), perché il decesso è dichiarato in seguito alla cessazione dell’attività cardiaca e il prelievo è effettuato rispettando il periodo di osservazione di 20 minuti che conclude il processo di accertamento di morte. Tale procedura permette l’utilizzo dell’organo anche dopo il prolungato periodo di assenza di attività cardiaca grazie a una particolare tecnica di circolazione extracorporea, l’ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation) che, utilizzata dopo l’accertamento di morte, mantiene l’ossigenazione e la normale temperatura corporea ritardando il danno da ischemia che comprometterebbe l’utilizzo degli organi per il trapianto. Il protocollo messo in atto dai sanitari dell’ISMETT ha consentito, dunque, agli organi di continuare a ricevere sangue ed ossigeno – attraverso l’ECMO – così da poter essere prelevati ed in seguito trapiantati. Questo strategia sta permettendo, anche in Italia, di aumentare il numero dei potenziali donatori.

“Il ricevente – spiega Salvatore Gruttadauria, Direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali e dei Trapianti Addominali – affetto da un tumore del fegato e cirrosi epatica, sta recuperando attraverso un regolare decorso post trapianto”.

“ Il prelievo di organi da un donatore a cuore fermo è un intervento complesso anche dal punto di vista organizzativo, a partire dal sistema di emergenza e dalle équipe di medici e operatori sanitari coinvolti. Il mio grazie – afferma Bruna Piazza, direttore del Centro Regionale Trapianti della Sicilia – va innanzitutto alla donatrice e alla sua famiglia per il grande gesto umano, nonché a tutte le professionalità della rete trapiantologica regionale e nazionale che sono state impegnate in questa procedura così laboriosa e difficile. Ancora un esempio dell’eccellenza della nostra regione Sicilia che ha accettato quest’ulteriore sfida culturale, clinica e logistica”.

Si è trattato di “un esempio di grande integrazione e cooperazione tra il personale e le strutture coinvolte: Il CRT (Centro Regionale Trapianti), il personale dell’Ufficio Coordinamento Trapianti del P.O. Umberto I di Siracusa, l’equipe dell’Ismett di Palermo con l’ECMO team ed il personale sanitario dell’ospedale aretuseo – dice il direttore generale f.f. dell’Asp di Siracusa Anselmo Madeddu -il nostro grazie va innanzitutto alla famiglia del donatore, che ha espresso spontaneamente la volontà di donare gli organi vedendolo come un atto d’amore, di grande solidarietà e di speranza, pur nell’immenso dolore per la perdita del proprio caro. Quest’ atto di generosità darà la vita ad altre tre persone in lista d’attesa per un trapianto che potranno tornare a sorridere alla vita. Ringrazio tutti i sanitari che sono stati impegnati in questa nuova procedura così laboriosa e difficile adoperandosi con un alto livello di professionalità, di vicinanza e sostegno ai familiari del donatore”.

“Il prelievo di organi da paziente a cuore fermo è un evento molto importante, di assoluto rilievo – aggiunge il coordinatore locale dei Trapianti dell’ASP 8 di Siracusa Graziella Basso – che rilancia la Sicilia ai vertici della Rete Trapiantologica del nostro Paese, essendo il secondo caso nella Regione di prelievo da donatore a cuore fermo”.