I sindaci degli otto Comuni delle isole minori di Sicilia prendono posizione dopo il sequestro delle navi di Caronte & Tourist, in crisi la vita e l’economia dei loro territori, almeno come potenziale rischio.
In una nota congiunta, indirizzata agli organismi istituzionali nazionali e regionali, rappresentano “la difficile e incresciosa situazione che si è venuta a determinare nelle isole siciliane, tutte dipendenti dal trasporto, tramite navi, per il rifornimento dei generi di prima necessità, per la sopravvivenza delle popolazioni isolane e per il sostegno al fragile tessuto economico e sociale”.
Le parole dei sindaci
“La grave situazione di emergenza che si è venuta a determinare – hanno evidenziato – ha subito creato forti criticità su più fronti. Auspichiamo si possano trovare soluzioni operative, immediate, per il ripristino dei collegamenti navali fondamentali per il mantenimento della continuità territoriale e per garantire un normale svolgimento della vita economica e sociale delle comunità delle isole”.
“Tale situazione di emergenza – concludono gli otto sindaci – appare maggiormente inquietante in considerazione delle vicende giudiziarie che hanno investito prima il sistema dei trasporti veloci e ora quelli via nave, nell’ambito della Regione Siciliana”.
I traghetti sequestrati
Altri sei traghetti sono stati sequestrati alla Caronte&Tourist da parte della magistratura. Si teme adesso per la stagione estiva. I sigilli sono stati posti ai traghetti che servono le isole Eolie e Ustica.
Secondo sequestro in due settimane
Il 6 giugno scorso tre traghetti e fondi in contanti erano stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo alla compagnia di navigazione Caronte&Tourist Isole minori.
I traghetti erano ritenuti dalla Procura di Messina non a norma rispetto ai passeggeri con mobilità ridotta. Adesso ci sarebbero nuove acquisizioni perché per raggiungere la cifra decisa dal gip di 29 milioni di euro del sequestro, le prime non erano sufficienti.
Le motivazioni del sequestro preventivo
Il sequestro preventivo disposto ai primi di giugno dal gip Maria Militello (“i contributi regionali costituiscono l’ingiusto profitto del reato di truffa”), era in pratica il seguito dell’operazione “Alto Mare”, che già nel 2020 aveva portato al sequestro di altre tre navi della società messinese (il processo per questa prima tranche si sta concludendo in primo grado a Messina, ndr). Sotto esame in questa inchiesta c’è la gara regionale da 44 milioni del 2016 e ancora vigente. Il provvedimento ai primi di giugno aveva interessato la nave Bridge attiva sulle isole Eolie, la Helga impiegata sulla rotta Palermo-Ustica, e la Ulisse utilizzata nel traffico merci sullo Stretto.
Aricò, “Avviati contatti per garantire collegamenti”
“Abbiamo immediatamente attivato i contatti con la compagnia di navigazione e con l’amministratore giudiziario nominato dalla Procura della Repubblica di Messina per verificare come garantire il servizio dei traghetti per le isole minori e non creare disagi a residenti e turisti. Siamo al lavoro per cercare una soluzione rapida”. Lo afferma l’assessore regionale delle Infrastrutture e dei trasporti, Alessandro Aricò, in seguito al fermo di ulteriori sei navi della “Caronte&Tourist Isole Minori” eseguito dalla Guardia di finanza su disposizione dell’autorità giudiziaria. Un primo provvedimento riguardante tre navi era già stato emesso all’inizio di giugno.
“Abbiamo già avviato una interlocuzione con la società armatrice – prosegue Aricò – per verificare se sia possibile impiegare altre navi sulle rotte per le isole siciliane e la Caronte ha già annunciato l’utilizzo di un traghetto alternativo per il collegamento Trapani-Pantelleria. Adesso è necessario capire in che modo garantire anche le corse da e per le altre isole. In quest’ottica, stamattina in assessorato si è svolta una riunione operativa con l’amministratore giudiziario delle nove imbarcazioni oggetto del provvedimento giudiziario, per comprendere se e a quali condizioni i traghetti sottoposti al fermo possano essere comunque impiegati nei servizi di linea. Della vicenda, inoltre, sono stati informati i Prefetti delle province interessate”.
La risposta di Caronte&Tourist
“Ci scusiamo con i nostri clienti per il disagio che si sta involontariamente loro arrecando. Stiamo già adoperandoci al meglio per attenuarlo attraverso corse straordinarie e sostituzioni delle navi sottoposte al fermo dall’autorità giudiziaria”.
Così Caronte & Tourist Isole Minori commenta il nuovo provvedimento eseguito ieri dalla Guardia di Finanza, su cui comunque preannuncia ricorso.
“Va comunque chiarito che il sequestro di alcune altre unità (tra cui alcune ferme per lavori di manutenzione programmata) è unicamente collegato al valore delle stesse e finalizzato al raggiungimento della cifra prevista nel decreto cautelare dalla Magistratura. Nulla a che vedere, dunque con presunte violazioni delle normative sul trasporto dei passeggeri a mobilità ridotta e/o con tematiche inerenti la regolarità dei mezzi, perfettamente in grado di assolvere alle loro funzioni”.
Già in occasione del primo sequestro, CTIM aveva dichiarato peraltro la propria “sorpresa” per il provvedimento legato al tema PMR richiamato per alcune delle unità: “A suo tempo avevamo esposto una serie di elementi sia tecnici che giuridici a dimostrazione della insussistenza dei reati (sostanzialmente gli stessi) anche allora ipotizzati in un procedimento riguardante altro lotto della medesima gara. In quella sede le nostre tesi erano state ben valutate con la presa d’atto finale che non c’era alcun pericolo per la sicurezza delle persone e dei passeggeri con mobilità ridotta (PMR), come del resto certificato dall’ente tecnico che per legge è tenuto a fornire tale attestazione”.
“Per questo ribadiamo l’assoluta legalità e linearità dei nostri comportamenti e siamo fiduciosi – conclude la Società di navigazione – che le navi oggetto del sequestro possano rientrare al più presto in servizio a esclusivo beneficio delle comunità isolane alle quali ribadiamo il nostro più vivo rincrescimento”.
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