Si tinge di giallo la morte del giovanissimo Davide Giuseppe Polizzi di 16 anni morto travolto da un treno lungo la linea ferrata fra Ficarazzi e Bagheria lo scorso 5 novembre. Rompono il silenzio e raccontano a Madonie Notizie la loro versione dei fatti i genitori della giovanissima vittima contestando la ricostruzione girata subito dopo la tragedia del 5 novembre.

“Davide non ascoltava la musica dalle cuffiette quando è stato travolto dal treno in corsa nella tratta Ficarazzi-Bagheria. Davide non era un ragazzo “scalmanato” né tantomeno stava facendo un gioco estremo. Le cuffiette sono state ritrovate, ma nella tasca della sua felpa”.

Il drammatico racconto di quel giorno è di Francesco Polizzi e di Tommasa Mangano, padre e madre che rompono il silenzio per raccontare come sono andate davvero le cose in base alla loro conoscenza dei fatti.

La signora lo attendeva alla stazione di Ficarazzi. Il giovane sedicenne, originario di Cerda ma residente a Ficarazzi, aveva appena finito di parlare con la mamma al telefono, le aveva detto di non preoccuparsi. Dopo aver aspettato invano per quasi due ore l’autobus dell’Ast nei pressi della stazione centrale, come faceva ogni giorno, aveva deciso, insieme ad altri compagni, di prendere il treno, dopo aver avvisato la mamma.

Davide ha soltanto avuto la colpa di non accorgersi che il treno si fosse fermato a Ficarazzi perchè stava conversando con un amico, quindi ha deciso poi di scendere alla fermata successiva, alla stazione di Bagheria dove, per non dare peso alla mamma, ha iniziato a percorre a piedi il tratto. Senza cuffiette, senza musica, senza alcuna distrazione…All’improvviso il forte fischio del treno e la tragedia.

Aveva tanti sogni, tra tutti uno in particolare: entrare a far parte della Guardia di Finanza, voleva seguire le orme del padre, a sostegno della legalità e della giustizia.

“Studiavamo fino a tarda notte – ha raccontato papà Francesco -. Era un ragazzo con la testa sulle spalle e noi lo abbiamo sempre sostenuto nel suo percorso”. La famiglia ha sempre seguito ogni suo passo, lo ha incoraggiato nel suo percorso ed oggi lascia un grande vuoto.

Frequentava con profitto l’istituto tecnico nautico statale “Gioeni-Trabia” di Palermo. Amava il mare, nuotare, stare all’aria aperta. L’ultima estate della sua vita l’ha trascorsa in Calabria, terra dove ha vissuto per 12 anni.

“In qualunque strada, in qualunque cielo e comunque vada, noi non ci perderemo”. Queste le parole del messaggio, scritto dagli amici, sul lenzuolo che avvolge la bara di Davide. La speranza dunque non muore, il ricordo resterà sempre vivo nel cuore di chi lo ama.

Il miglior modo per ricordare Davide sarà l’istituzione di una borsa di studio che prenderà il suo nome. “Sarà un modo – ha concluso il papà – per sensibilizzare i giovani e per mantenere sempre vivo il ricordo di mio figlio”.

La redazione di Madonienotizie.it sosterrà l’iniziativa e collaborerà a promuovere e divulgare ogni altro evento utile a tenere viva la memoria e a coinvolgere i giovani studenti verso un percorso utile alla loro formazione culturale e umana.