“Sono trascorsi 133 giorni dalla delibera di governo sul disegno di legge relativo alla estensione a 15 anni delle concessioni in favore delle imprese balneari dell’isola. E da allora è calato il silenzio più totale”.
Cna Balneari Sicilia lancia l’allarme e annuncia azioni di protesta eclatanti dopo aver raccolto il disagio e la sofferenza degli oltre 3mila concessionari che operano nel territorio regionale.
“Il testo, varato dalla Giunta, è stato trasmesso nel mese luglio alla IV Commissione all’Ars, competente per materia, per le opportune valutazioni e la successiva discussione dell’Aula. Ma nessun passo avanti è stato compiuto. Tutto fermo al palo. Anzi, siamo persino in attesa di riscontro rispetto ad una audizione da noi richiesta più di un mese fa. Una situazione incomprensibile ed intollerabile che impone una netta presa di posizione nel rispetto degli operatori. L’estensione delle concessioni al 2033 è stata prevista dalla legge di bilancio del precedente governo nazionale, approvata alla fine del 2018. Sono trascorsi 10 mesi e, pur comprendendo i tempi tecnici, adesso siamo seriamente preoccupati per la continuità aziendale delle imprese“.
“In questi mesi – prosegue la nota di Cna Balneari Sicilia – molti Comuni italiani hanno proceduto con l’estensione, diverse sentenze del Consiglio di Stato e del Tar hanno avallato questo percorso che prevede anche un riordino del demanio in Italia. Abbiamo già sottolineato il valore strategico del comparto, spiegando la dimensione di investimenti previsti per il prossimo decennio, che ammonterebbe a quasi 500 milioni di euro! È ora di sciogliere questo preoccupante nodo, dando una forte prospettiva agli stabilimenti balneari. Un percorso che Cna Balneari Sicilia ha sostenuto con grande forza e che intende valorizzare anche con iniziative plateali in assenza di risposte immediate”.
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