Trentasette anni fa, nel giorno dell’Epifania del 1980,m moriva assassinato da un commando composto da alemno due uomini, il Presidente della Regione Piersanti Mattarella. Anche oggi, come ogni anno nei 37 che sono passati, Mattarella viene ricordato davanti alla lapide in sua memoria in via libertà 135, quasi di fronte l’abitazione di famiglia dove ancora oggi risiede il fratello Sergio quando si trova in città.

Democristiano ‘puro’, il giovane Mattarella, che aveva 44 anni quando venne assassinato, ha lasciato dietro di se una eredità politica non da poco. Oggi il fratello Sergio è Presidente della Repubblica (nella sua elezione non puo’ non aver pesato anche la storia familiare politica e di vittime) mentre uno dei suoi consiglieri, Leoluca Orlando, è sindaco di palermo e lo è stato a lungo.

Sul delitto le indagini si sono protratte per anni seguendo svariate piste. L’unico elemento ritenuto certo a livello giudizario è il fatto che la mafia fosse insofferente rispetto alle politiche del Presidente della Regione. Nel 1995 vennero condannati all’ergastolo quelli che vennero indicati come i mandanti dell’omicidio Mattarella ovvero i componenti della cupola di Cosa Nostra di quegli anni: i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.

Mistero, invece,, sugli esecutori materiali anche se durante il processo, la moglie di Mattarella, testimone oculare perché era con il Presidente quella mattina mentre stava recandosi in Chiesa per la messa, riconobbe l’esecutore Giusva Fioravanti come esecutore materiale.

Fioravanti, esponente del terrorismo nero, fu comunque assolto, nonostante  contro di lui avesse testimoniato perfino il fratello e un altro pluriomicida, Angelo Izzo,

Secondo il pentito Francesco Marino Mannoia ad uccidere Mattarella fu un commando di mafia composto da Salvatore Federico, Francesco Davì, Santo Inzerillo ed Antonino Rotolo.

Lo scorso anno, però, tornò a comparire la pista dell’eversione nera per l’esecuzione del delitto che a distanza di 37 anni resta ancora semi ignoto.

Con l’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica ci si aspettava, fin dallo scorso anno, una ripresa dell’attenzione sulla vicenda sia mediatica che sociale e forse anche giudiziaria e commemorazioni forse più partecipate. Al contrario il Presidente della Repubblica, dopo 35 anni di file di presenza, ha scelto di disertare la commemorazione ufficiale e ricordare privatamente il fratello in una cerimonia tenuta lontano dai riflettori. La commemorazione continua a tenersi in forma sobria ogni anno davanti alla lapide in via libertà nel centro di Palermo.

Commemorazioni si tengono anche a Castellamare del Golfo dove Piersanti Mattarella era nato e dove la famiglia Mattarella ha ancora proprietà e presenza essendo legata a quel territorio e, riservatamente, nella parrocchia dei Mattarella