Revocati gli arresti domiciliari al commercialista palermitano e amministratore giudiziario Antonio Lo Mauro, indagato per estorsione.
Il professionista era stato arrestato a settembre per avere costretto una consulente fiscale a consegnargli cinquemila euro in contanti e a saldare un debito di altri seimila contratto con una collega.
A Lo Mauro era stata inflitta inoltre la misura della sospensione dall’attività di amministratore. Pochi giorni dopo l’arresto e l’interrogatorio di garanzia era tornato in libertà.
Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno accertato che l’indagato di recente ha violato la misura interdittiva perché, nonostante le dimissioni dalla carica di coadiutore dell’Agenzia nazionale beni confiscati, aveva continuato a mantenere quella di presidente del cda della Cava
Consona srl e della Orima service srl e di consigliere delegato della società Cava Giardinello srl e Vallelena srl.
Per la procura la prosecuzione degli incarichi avrebbe determinato il pericolo di inquinamento probatorio: da qui il nuovo arresto.
Il tribunale della Libertà presieduto da Antonella Pappalardo sul ricorso presentato dagli avvocati di Lo Mauro, Massimo Motisi e Cinzia Calafiore, ha però revocato la misura cautelare e ha rimesso in libertà il commercialista.
I giudici, però hanno ampliato i divieti a suo carico limitando tutta l’attività pubblica e consentendogli di
svolgere solo la libera professione. Il Tribunale ha anche escluso il pericolo di inquinamento probatorio.
“Il provvedimento originario del giudice delle indagini preliminari – spiegano i legali – inibiva soltanto l’ufficio di amministratore giudiziario e di coadiutore, nulla statuendo circa la possibilità di svolgere uffici direttivi delle imprese e per questo Mauro aveva ritenuto di poter continuare a svolgere questa attività”.
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