Torna agli arresti domiciliari perché viola l’interdittiva che gli era stata applicata. Ha continuato a mantenere l’attività nella gestione dei beni confiscati nonostante avesse il divieto. Per questo motivo Antonio Lo Mauro ha avuto ripristinata la misura cautelare che già gli era stata inflitta nel settembre scorso. Gli venne revocata dopo l’interrogatorio di garanzia che sostenne davanti al gip nell’ambito di un’inchiesta che lo vede accusato di estorsione aggravata.

Le nuove indagini

Sul suo conto sono proseguite le indagini della guardia di finanza che avrebbe scoperto, secondo l’accusa, che di fatto Lo Mauro “una palese violazione”. In pratica si sarebbe dimesso dalla carica di coadiutore dell’Agenzia nazionale beni confiscati per la gestione dei beni in una specifica procedura di amministrazione ma ha continuato a gestire di fatto le società. Per questo motivo il Gip ha ripristinato i domiciliari, sulla base anche di quanto contestato dai pubblici ministeri: “C’0è il rischio concreto di inquinamento probatorio”.

La vicenda

Antonio Lo Mauro, commercialista e amministratore giudiziario, venne arrestato nel settembre scorso dalla guardia di finanza con l’accusa di estorsione aggravata. Difeso dagli avvocati Massimo Motisi e Cinzia Calafiore, ha respinto le accuse. Nei giorni immediati a quel provvedimento tenne l’interrogatorio di garanzia che durò tre ore in cui ha spiegò quali fossero le reali ragioni sottese a quei pagamenti, escludendo assolutamente che si trattasse di pizzo o di richieste illecite ma spiegando che si trattava di compensi professionali.

Le indagini

Secondo le indagini eseguite dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo, diretta dal colonnello Gianluca Angelini, coordinate dalla Procura, il commercialista nominato dal 2015 dal tribunale amministratore giudiziario avrebbe costretto un consulente fiscale e contabile delle società in amministrazione giudiziaria a pagargli in più tranche, 5 mila euro in contanti, e pagare un debito di 6.240 euro contratto da Lo Mauro con un altro professionista.

La nomina dell’amministratore

L’ amministratore giudiziario era stato nominato dal tribunale per le misure di prevenzione di Palermo insieme ad un ingegnere per gestire la cava Buttitta, a Bagheria. I due subentrarono nel 2015 all’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, finito sotto inchiesta insieme all’ex presidente Silvana Saguto. Lo Mauro fu scelto per il nuovo corso, dopo che lo scandalo travolse un intero settore.

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