E’ la più grande comunità di viaggiatori del mondo, utile a trovare un alloggio in affitto temporaneo in qualsiasi città di praticamente tutti i continenti, ad un prezzo vantaggioso con accordi fra privato e privato ma con la mediazione del sito che verifica ogni iscritto e registra quanto su ciascuno dicono gli affittuari precedenti.

Airbnb è divenuto un mantra soprattutto per i giovani, ma per tantissimi viaggiatori. Con pochi click e con la garanzia di serietà del portale che verifica offerte e richieste, si può trovare casa nella localitàò in cui vuoi andare.

Ma oltre ad essere una opportunità per chi viaggia, è anche una grande occasione di reddito per chi ha un immobile che può lasciare per qualche giorno in affigtto o per chi può contare su una secionda abitazione magari estiva. Un reddito spesso occasionale, ma qualche volta abbatsanza stabile, che è sempre sfuggito al fisco. ma al tempo stesso un sistema che incrementa turismo di medio liovelo che forse none sisterebbe per i canali ordinari ed ufficiali.

Ora il governo italiano prova a imporre le proprie tasse sugli affitti concordati su Airbnb da parte degli affittuari italiani che fino ad oggi hanno realizzato queòl reddito in nero ma legittimamente per una serie di vincoli e orpelli normativi internazionali.

L’idea è quella di una sorta di cedolare secca con un sostituto d’imposta. insomma una tassa fissa sugli affitti realizzati attraverso airbnb con il portale che diventa sostituto d’imposta, trattiene la somma da pagare allo stato e la versa come si farebbe per una ritenuta d’acconto.

Ma intanto scoppia la polemica con gli albergatori. Federlaberghi vede negli accordi possibili fra governo italiano e Airbnb un indiretto riconsocimento di un sistema alternativo a quello alberghiero che ‘legittimerebbe’ questo genere di ricorso ad affitti e dunque potenzialmente un sistema dannoso per gli albergatori.

“Il sommerso nel turismo ha superato il livello di guardia, determinando gravi conseguenze per i consumatori, per la collettività e per il mercato – dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – il fenomeno danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. Entrambe le categorie sono esasperate dal dilagare della concorrenza sleale che inquina il mercato”.

“Ad aprile 2017, erano disponibili su Airbnb 214.483 alloggi italiani, con una crescita esponenziale che non accenna a fermarsi (42.804 alloggi in più nel corso del 2016, pari ad un incremento del 25,6%). Le strutture di natura analoga (appartamenti in affitto e bed and breakfast) censite dall’Istat sono invece solo 103.459. Si può pertanto certificare ufficialmente l’esistenza di almeno 110.000 alloggi che sfuggono ad ogni controllo”.

Tra le città italiane maggiormente interessate dal fenomeno troviamo Roma con 25.743 alloggi, Milano con 14.523, Firenze con 6.992 e Venezia con 5.973. Per quanto riguarda le regioni, la pole position spetta alla Toscana, con 34.595 alloggi, seguita dal Lazio con 32.663, dalla Lombardia, con 25.148 e dalla Sicilia con 23.020.

A rispondere è Matteo Stifanelli, Country Manager di Airbnb Italia che esprime “Sconforto e sconcerto. Da settimane – dice – siamo impegnati con governo e Parlamento per fornire i nostri spunti su come rendere davvero efficace, se lo si vuole davvero, la norma sul sostituto d’imposta contenuta nella manovra. Perché anziché dare numeri sbagliati e lanciare attacchi per creare confusione, non collaborano per la promozione del Paese e una migliore regolamentazione del turismo?”.

Il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, ribatte “Secondo la Guardia di Finanza il 75% delle persone che affittano il proprio appartamento o una camera per brevi periodi risulta sconosciuto al fisco. Non lo dice Federalberghi, sta scritto nella relazione governativa che accompagna la manovra di primavera”.

“La sicurezza dei clienti, dei vicini di casa, di tutta la comunità dovrebbe costituire un imperativo categorico per chi si occupa di accoglienza – aggiunge Nucara – dispiace che qualcuno classifichi come assurda richiesta la proposta di introdurre alcune basilari misure di tutela. Se si consente che una cucina o un garage vengano trasformati in una camera da letto, mettendo le persone a dormire in una stanza in cui c’è una bombola a gas o una caldaia, prima o poi la tragedia si verifica”.