Un’intera giornata di sciopero del personale Gesap, ovvero della società di gestione dell’aeroporto di Palermo, per protestare contro il clima di incertezza che si respira proprio fra i corridoi aeroportuali. Dalle 10 e fino alle 18 il personale è in presidio.
L’attacco di Schifani alla gestione Gesap
Una nuova occasione per il Presidente della Regione Renato Schifani per attaccare la governance dell’aeroporto al centro della polemica per i ritardi nel processo di privatizzazione ma anche per le critiche aperte pronunciate dall’amministratore delegato Vito Riggio alla scelta regionale di tagliare le tasse comunali negli aeroporti minori ovvero Trapani, Comiso e sulle isole minori.
Sindacati non ci stanno: “Presidente non strumentalizzi”
“Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Regione e dai suoi consiglieri denotano la volontà di strumentalizzare un dissenso montato anche e soprattutto per colpa delle sue scelte miopi, dei balletti da queste scelte determinati e dalle continue intromissioni su una società che senza il suo controllo si avvia a chiudere il bilancio, grazie solo e soltanto all’operato dei lavoratori, con 15 milioni di euro di utili, che sarebbe intento del presidente Schifani cedere a soggetti privati insieme alla stessa società” dicono, però, in una dichiarazione congiunta i segretari di Filt Cgil Palermo, Fabio Lo Monaco, di Fit Cisl Palermo Trapani, Concetta Arduino, di Uil Trasporti, Katia Di Cristina e Giuseppe Baglione, di Ugl Trasporto Aereo Domenico De Cosimo e di Legea Cisal Gianluca Colombino e Giacomo De Luca, insieme alle Rsa di Gesap, Giuseppe Panettino (Filt Cgil), Manlio Viscardi (Fit Cisl), Renata Alessandra (Uil Trasporti), Marcello Carlisi (Ugl Trasporto Aereo) e Santino Russo (Legea Cisal).
La polemica sulle “promozioni”
“Vergognoso è inoltre bollare quali ‘promozioni’ la richiesta del sindacato di garantire il rispetto degli automatismi contrattuali o il riconoscimento economico e giuridico del livello di attestazione, sempre secondo il contratto nazionale, sulla base delle funzioni svolte da ciascun lavoratore – aggiungono i rappresentanti sindacali – Non ci lasceremo strumentalizzare divenendo portatori di interessi diversi rispetto a quelli sanciti dai nostri statuti. E, proprio per questo, nonostante il duro scontro, siamo pronti da subito a riaprire al dialogo, chiedendo però una presa di posizione del sindaco, quale autorevole socio di maggioranza da tutti noi riconosciuto quale interlocutore unico, insieme ai soci azionisti, per quanto concerne i destini della Gesap. Che, lo ricordiamo anche a chi sembra non saperlo, oltre che essere da oltre un lustro una società che produce utili, è patrimonio della collettività e non un bene da svendere”.
Per tutto questo chiedono una convocazione da parte del sindaco di Palermo “manifestando piena disponibilità a garantire da subito il nostro impegno e la nostra collaborazione per migliorare ancora di più i servizi della società di gestione”.
Ma lo scontro è sulla governance
Ma il vero scontro è proprio sulla governance. Riggio, incassato l’attacco di Schifani, ha rassegnato le proprie dimissioni per la terza volta. le prima dove volte poi era tornato al suo posto, stavolta non sembra intenzionato a farlo anche se resterà in carica almeno fino all’approvazione del bilancio e dunque probabilmente fino a giugno.
Un tempo, da qui a Giugno, che si userà per costruire la prossima governance, dice adesso il sindaco Roberto Lagalla, principale azionista di Gesap “Valuteremo collegialmente nei prossimi giorni quali siano le opportune iniziative da assumere per assicurare la migliore funzionalità possibile dell’aeroporto Falcone e Borsellino e garantire un’adeguata gestione, anche tenendo conto delle istanze delle organizzazioni sindacali” sostiene.
Parla Riggio
Ma adesso l’amministratore delegato di Gesap, la società di gestione dell’aeroporto internazionale Falcone Borsellino di Palermo, Vito Riggio, interviene per alcune precisazioni, dopo le polemiche sulla stampa.
“E’ bene sottolineare – dice Riggio – che la questione che ha riguardato le ipotetiche promozioni di alcuni lavoratori, e negli ultimi due anni non ci sono state né assunzioni né promozioni, è stato argomento di discussione con il collegio dei sindaci di Gesap che ha sottolineato la necessità di attivare procedure interne regolamentate. Tuttavia, per avere un’interpretazione coerente con la normativa vigente – continua Riggio – sulla questione sarà chiesto un parere a un professionista”.
Sulle dimissioni e sulla privatizzazione
“Con riguardo, inoltre, alle mie dimissioni da amministratore delegato e da consigliere, che ho formalizzato ieri mattina con una lettera ai soci e ai componenti del Cda, posso assicurare tutti che l’assemblea dei soci potrà essere convocata il prima possibile, visto che entro il 30 aprile il consiglio di amministrazione firmerà un bilancio che con orgoglio dico essere il migliore di tutti i tempi, con 15 milioni di utili. Preciso infine, e non è un mistero, che continuamente ho sollecitato i soci ai loro adempimenti finalizzati alla privatizzazione della società nel più breve tempo possibile”.
Tutto questo avviene mentre si deve preparare la stagione estiva e mentre torna ad esplodere il caro voli. Per tornare a Pasqua dal Nord verso Palermo o Catania il biglietto costa fra 4 e 500 euro.
Faraone “Squallido gioco di potere”
“All’aeroporto di Palermo si sta giocando una squallida partita, con una contrapposizione politica per obiettivi poco chiari che nulla hanno a che fare con gli interessi dei lavoratori e dei passeggeri” commenta il capogruppo di Iv alla Camera Davide Faraone.
“Come al solito, la politica prova a mettere le zampe laddove non dovrebbe. Invece di valorizzare un asset importante che produce utili e che può rappresentare un volano per la regione in un’azione di sistema con gli altri aeroporti, si pensa soltanto ad assunzioni clientelari e a un’azione che erode il valore dell’aeroporto di Punta Raisi, tendendo a svalutarlo in vista di una svendita più che di una privatizzazione. E producendo nei fatti un chiaro danno all’erario. Siamo stanchi di una politica che non ha a cuore gli interessi della collettività, ma solo la voglia di accrescere clientele e affari”, conclude




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