Il segnale chiaro è arrivato domenica scorsa. Un po’ per la giornata e un po’ per gli scioperi a singhiozzo delle agenzie di stampa nessuno se ne è accorto, o comunque nessuno ha dato, a questo segnale, il giusto peso.

Il segnale è venuto dal coordinamento regionale dei Centristi per l’Europa in Sicilia svoltosi proprio domenica e si aggiunge ad altri segnali forti venuti da altre componenti della medesma maggioranza. Ai lavori, conclusi dal coordinatore nazionale del movimento, Gianpiero D’Alia, hanno preso parte il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, i parlamentari regionali dei centristi e gli assessori regionali Giovanni Pistorio e Carmencita Mangano, insieme ai dirigenti provinciali e locali.

Alla fine della riunione, Adriano Frinchi è stato riconfermato coordinatore regionale del movimento e sono stati fissati i prossimi appuntamenti politici: insediamento dei coordinamenti in tutte le province e il consiglio nazionale, che si svolgerà l’8 aprile a Roma.

Ma a mettere una parola chiara sulla situazione politica siciliana è stato il leader del nascente partito figlio della diaspora Udc, Ginpiero D’Alia che ha spiegato i motivi che hanno spinto i centristi a non uscire dal governo della Regione: “Il nostro movimento – osserva – vuole essere responsabile e costruire una proposta politica moderata, alternativa ai populismi in italia e in Sicilia; crediamo, quindi, sia importante l’approvazione della Finanziaria e su questa daremo il nostro contributo affinché non sia l’ultimo assalto alla diligenza, ma si operi una ripulitura di tutti i capitoli di bilancio improduttivi per distribuire le risorse necessarie, pensando ai Comuni e alla fasce più deboli”.

“Subito dopo – continua l’ex ministro – avvieremo un confronto con le altre forze politiche che sostengono l’attuale esecutivo a cominciare dal Partito democratico, perché in vista delle prossime regionali per noi qualsiasi alleanza passa da due punti essenziali, candidature credibili per la presidenza della Regione e un programma che dovrà essere sottoscritto prima e che passa per la revisione dello Statuto siciliano; una riforma del regolamento dell’Assemblea regionale siciliana, a cominciare della odiosa questione del voto segreto in Aula, il regolamento della Regione e la ridistribuzione del personale. È inconcepibile – spiega D’Alia – casi come quello della casa di Pirandello dove sono impiegati ben 14 custodi”.

Il neo coordinatore Adriano Frinchi ha evidenziato come “Centristi per l’Europa vuole essere il partito della ragione, perché in Italia e in Sicilia la sfida è tra un’area politica che preferisce scegliere la ragionevolezza e la responsabilità, rispetto la demagogia più spudorata. Per tali ragioni, anche a Palermo, abbiamo scelto secondo questa logica. Il modello sindaco Orlando e il suo programma per la città ci convincono molto di più. Vogliamo stare dalla parte del buon governo di Palermo contro le improvvisazioni”.

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