Il 2016 e andato via e come tradizione lo si saluta sperando che l’anno nuovo porti cose migliori. Fra una festa, un concerto, un brindisi, questa volta si spera nel 2017 nonostante quel 17 finale non è che lasci proprio sperare bene. Ma prima di pensare a cosa accadrà nell’anno che va a cominciare, vogliamo guardarci alle spalle e ripercorrere un anno di eventi. Tante cose sono successe, davvero poche quelle belle. Ma a prescindere dagli eventi drammatici abbiamo provato a stilare una classifica delle idee geniali delle nostre amministrazioni. Ecco la FlopTen di BlogSicilia. Queste, secondo noi, le cose che proprio non hanno funzionato o che ai siciliani non sono andate giù.

Ritorna la distribuzione idrica a giorni alterni. La notizia è giunta solo negli ultimi giorni e sarà realtà dal 3 di gennaio. Un salto indietro di 13 anni per Palermo e per i palermitani che si ritroveranno con l’acqua razionata nelle case e la distribuzione a giorni alterni. C’è già chi pensa a ripristinare i buoni vecchi serbatoi blu sui tetti dismessi da anni per cercare di immagazzinare il prezioso liquido. Intanto si gettano a mare 600 litri di acqua al secondo per un guasto che nessuno ripara. Il flop amministrativo si commenta da solo.

La legge regionale che non stabilizzerà i precari. Fra grandi proclami e felicità inaudite la Regione ha approvato la legge per i precari che chiamano stabilizzazione. In realtà si tratta di una proroga di due anni che peraltro a livello nazionale viene coperta da una proroga dei termini solo di un anno. Dunque ancora precari ricattabili e ricattati. Anche la norma che impone ai comuni la stabilizzazione entro il 2018 è a rischio incostituzionalità e comunque potrà riguardare meno di un terzo del bacino. Ma si urla al risultato storico. Flop assoluto ma venduto come ‘fumo in bottiglia’.

Crocetta fa gli auguri con i provvedimenti di altri. Il governatore affida a un video i suoi auguri ai siciliani per l’anno nuovo e comincia elencando le sue ‘bravure’ come il Piano per la Sicilia. La stessa maleducazione istituzionale dell’avvio della campagna elettorale. Abitudine consolidata quella di ‘vendere per propri’ risultati di altri. Ammesso che un risultato ci sia e questo è ancora tutto da vedere. Flop quantomeno in educazione.

La rimodulazione della rete ospedaliera. Un flop a metà. Non nel senso che qualcosa abbia funzionato ma solo perchè la rimodulazione ancora non c’è. Polemiche terribili sulle chiusure dei punti nascita, sui tagli ai piccoli ospedali e e così via. Il grande errore dell’assessore Gucciardi aver inviato la bozza a tutti prima che avesse un minimo di crisma di ufficialità e definizione. Chiedeva collaborazione ai manager, ha ottenuto pubbliche polemiche. Tutto ritirato e lavori in corso in gran segreto. Risultato, niente rimodulazione della rete, niente sblocco delle assunzioni. Insomma niente di niente. Flop quantomeno nei tempi e il tempo è denaro soprattutto per i costi della sanità.

Rifiuti, una emergenza dopo l’altra. Palermo e Catania flop della differenziata. Da giugno a settembre le emergenze non sono mancate praticamente mai. Ordinanze su ordinanze, discariche piene, annunci di invio di rifiuti all’estero o in altre regioni. Di piani che guardino alla soluzione definitiva neanche l’ombra. Il tema dei rifiuti, poi, accomuna le tre grandi città siciliane: Palermo, Catania e Messina non fermandosi alla cattiva gestione regionale. In particolare la raccolta differenziata, come ha recentemente certificato l’Ispra anche se su dati del 2015, cifre molto basse, inferiori al 10%. Flop generalizzato e immondizia per strada.

Ztl e Tram di Palermo, una operazione in perdita. Lasciamo la Regione per tornare a Palermo. Il flop principale dopo l’acqua a giorni alterni è e resta la Ztl. Partita per un’area molto vasta. Bocciata e ridimensionata. ripartita ma mal funzionante. Ingiustificati e ingiustificabili i toni trionfalistici di questi ultimi due mesi. la Ztl non funziona. Non funzionano le telecamere, via Roma sta morendo e durante la settimana i palermitani rifuggono la zona chiusa. Certo sabato, domenica e festivi passeggiano in centro come nel corso di un qualsiasi paese. Ma se lo scopo era migliorare la qualità della vita questo non è, successo se non per pochi residenti oltranzisti. Se invece lo scopo era fare cassa per pagare il tram il flop è doppio. E mettiamoci anche il tram. Il trasporto funziona ma costa in maniera esagerata e serve solo una porzione molto piccola della città. Non c’è luogo nel quale si possa andare senza prendere, oltre al tram, almeno un altro mezzo. Oggi e domani, però, biglietto unico come regaloFlop evidente e costosissimo per i palermitani.

L’estate tormentata dell’Amt e del trasporto pubblico catanese, dove si è toccato il record negativo di vetture in strada, appena 30 in un giorno di agosto. Attese lunghissime alle fermate e scioperi continui: situazione migliorata tra autunno e inverno anche grazie all’insediamento del nuovo presidente, Puccio La Rosa. E poi ci sono le polemiche che hanno diviso la città, tutte legate alla viabilità. Dalla pista ciclabile del lungomare, che ha ridotto sensibilmente la carreggiata, eliminando tutti gli stalli parcheggio, fino alla chiusura al traffico di via Dusmet. A questo si aggiungono gli ormai atavici problemi scaturiti dall’abbattimento del ponte sul Tondo Gioeni. Flop organizzativo e gestionale.

Il patto Stato – Regione La Sicilia rinuncia a spazi chiari di autonomia fiscale per ottenere, in cambio, certezze di trasferimenti. Giuridicamente un passo indietro enorme rispetto a quanto previsto dallo Statuto ma mascherato da accordo in base a norme costituzionali. Le somme che dovrebbero arrivare in cambio della cessione di pezzi di sovranità ottenuti dai nostri padri, però, non sembrano essere quelle sbandierate,. Ad oggi sono viste solo briciolle e per il futuro non c’è certezza. I siciliani se ne ineteressano poco, questioni astruse di politica economica e fiscale ma il conto lo paghiamo tutti noi. Flop economico a danno dei siciliani.

L’inutile corsa al referendum che ha bloccato tutto e tutti. Quanti mesi si sono persi dietro alla campagna referendaria poi resa vana da un voto che appariva abbastanza chiaro anche qualche tempo prima? e quanti soldi si sono bruciati per lo svolgimento della consultazione referendaria? Questo è tema nazionale ma in Sicilia l’ultimo mese di campagna ha paralizzato le attività del parlamento e le conseguenze le abbiamo pagate anche in seguito. Attualmente la Sicila ha solo un esercizio provvisorio e la spesa regionale non è governata da alcuna scelta politica e amministrativa. Flop per approssimazione e strafottenza.

Come dimenticare il calcio con il flop del Palermo e i cattivi risultati del Catania. Inevitabile mettere in testa a questa voce il flop totale della campagna acquisti del Palermo calcio, i risultati scadenti oltre ogni limite e l’atteggiamento menefreghista della dirigenza a cominciare dal Presidente Zamparini. C’è perfino il rischio di non riuscire a pagare gli stipendi.  Infine lo sport catanese in generale. A cominciare dal calcio con il travagliato 2016 del Catania che soffre nelle paludi della LegaPro nonostante il ritorno di Pietro Lo Monaco. Ma non solo: gli altri sport affogano in un mare di debiti, continua l’assenza di squadre di vertice nella pallavolo e nel basket e gli impianti, sempre più vetusti, cadono a pezzi. Flop senza appello.