Un solo botto, uno spettacolo pirotecnico durato esattamente 20 secondi. E’ il simbolo del Festino che non c’è, il simbolo del palermitano che vive fra lo spaventato e il deluso, che si affida alla santa e che si lamenta.

Palermo celebra Santa Rosalia, patrona della città, con un “Festino che non c’è”. Nessuna sfilata del carro della Santuzza lungo il Corso Vittorio Emanuele, sostituita da un docufilm, un solo botto esploso ancora prima della mezzanotte, con 4 minuti di anticipo. Uno spettacolo pirotecnico durato 20 secondi quando la città è abituata a grandi ritardi, ad aspettare il carro


Dall’interno della Cattedrale di Palermo, il vescovo Corrado Lorefice pronuncia il suo discorso davanti ad un piccolo pubblico. Si rivolge a tutti i palermitani che seguono a distanza il Festino di quest’anno e subito li benedice, quasi a blandirli, a calmarli. Il suo è un messaggio di “liberazione e speranza”.

Lorefice ha sottolineato l’evento epocale che stiamo vivendo. “Di fronte a questo bivio ci ha messi la terribile pandemia che ha ferito e continua a ferire e a falciare donne e uomini in ogni parte del pianeta, in tutti i paesi del mondo – ha detto Lorefice – Come ogni catastrofe mondiale, il coronavirus ci chiama ad una riflessione e ad un cambiamento, ad una consapevolezza e a una guarigione. Noi qui, a Palermo, abbiamo su questa strada una guida sicura e secolare. La Santuzza, che stiamo solennemente festeggiando è infatti maestra di speranza nella disperazione, di guarigione e salvezza nelle catastrofi. Lei, che fu riconosciuta come patrona dal popolo di Palermo proprio durante la peste del 1624, per il suo intervento miracoloso e risolutivo. Rosalia è la santa dell’epidemia, è colei che parla e agisce in un popolo e per un popolo colpito dalla malattia”.

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nel tardo pomeriggio di ieri aveva omaggiato la patrona di Palermo offrendo alla santa delle rose, alla presenza di pochi curiosi che hanno applaudito e urlato con lui  “Viva Palermo e Santa Rosalia”.

Un rito che si compie di solito ai 4 canti salendo sul carro che è ormai arrivato a metà percoso. Un percorso che a quel punto ha già raccontato la liberazione dalla peste prima di iniziare la sua discesa trionfale verso il mare. Stavolta, invece, è fermo in piazza Bellini

 

Orlando poi torna a difendere le scelte delle sua amministrazione parlando di “Festeggiamenti meno costosi di sempre. Santa Rosalia ci ha protetti dall’ennesima peste quella del Coronavirus” dice nel suo messaggio.