Il suo segreto? Si potrebbe banalmente dire la cura di se stesso e l’amore per il prossimo, ma per Calogero Viola la vita è stata veramente un susseguirsi di emozioni forti e condivise. Sino a quella che vivrà oggi, nella splendida cornice del Caffè del Teatro Massimo, dove alle 18 di oggi potrà spegnere insieme a tutta la sua famiglia e agli amici più cari 100 candeline, poste su una torta piena di fragoline. Una delle sue tante passioni.
«Un momento che attende da tempo – racconta Giusi, la più piccola dei cinque figli che Calogero ha avuto con Rosalia Morello, scomparsa nel 1986 – ma che anche tutti noi non vediamo l’ora di vivere insieme a lui. Se lo merita perché è stato un papà esemplare, che ci ha sempre dato e insegnato molto».
Nato a Santa Margherita di Belice il 5 febbraio del 1916 da Antonina Crescimanno e Maurilio Viola, quest’ultimo Cavaliere della Corona d’Italia per meriti distinti e Ufficiale Postelegrafonico delle Regie Poste, nipote di Giuseppe Viola, arciprete alla Chiesa Madre della sua città, a causa del terremoto che sconvolse il Belice nel 1968 Calogero fu costretto a lasciare la sua casa e stabilirsi con tutta la famiglia, prima ad Agrigento e poi a Palermo, dove diresse gli uffici postali di Cruillas e Partinico. E’ andato in pensione nel 1981.
E’ proprio nel capoluogo siciliano che Calogero Viola svolse il servizio militare a Palermo in qualità di Ufficiale Tenente, partecipando alla seconda Guerra Mondiale. Ancora vivo in lui è il ricordo della sua prigionia in Algeria e la sua invalidità di guerra. Oggi, il “tenente bello”, come lo hanno sempre chiamato a ragione in molti, è un tranquillo ufficiale in congedo.
Insieme a lui, questo pomeriggio, ci saranno coloro che gli sono sempre stati più vicini. Per primi, i figli – Antonella, Eleonora, Annamaria, Giusi e Maurilio (quest’ultimo figlio del terremoto, essendo nato due settimane dopo il tragico sisma), oggi rispettivamente farmacista, biologa, docente di lingue straniere, architetto e geometra -, ma anche i 4 splendidi nipoti Claudia, Irene, Carlo e Alessandra, studenti universitarie e liceali, che attingono al suo patrimonio di memorie per tenere ben salde e non dimenticare le proprie radici.
«Ricordi che condivide con tutti – continua Giusi – insieme a quanto ama ancora. Come lo sport, in particolar modo il pugilato che condivideva con la madre, la lettura, la poesia, l’opera lirica e la musica in generale, cantando e recitando ancora il suo vasto repertorio per tutti noi. E’ ancora amante della buona cucina e delle caramelle alla carruba. Direi proprio il suo segreto di lunga vita. La cosa bella di papà, però, è sempre stata la grande lucidità in tutto quello che ha fatto e che mantiene sino a oggi».
Un compleanno speciale, dunque, quello odierno, arricchito dalla benedizione apostolica di Papa Francesco, impressa su una splendida pergamena, pronta a fare bella mostra di sé accanto a tutte le meritate onorificenze della lunga vita da Calogero Viola. Ovviamente non mancheranno all’appuntamento quanti lo hanno conosciuto e ne hanno testato la qualità morale. Come il sindaco di Santa Margherita Belice, Franco Valenti, e Giulio Cusumano, in rappresentanza del sindaco di Palermo.
Ma c’è di più. Ad allietare la serata con un momento musicale saranno Giuseppe Milici e Roberto Gervasi, maestri eccelsi dell’armonica e della fisarmonica. Un ulteriore tassello di un mosaico colorato e brillante, come la vita di Calogero, la cui età anagrafica non corrisponde certo a quella della sua giovane anima. E questo capita solo a coloro che nella vita hanno sempre creduto nell’importanza del dare, valorizzando e curando in ogni momento gli affetti più cari.
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