• Turismo è settore tra i più colpiti per colpa della pandemia
  • Corvaia “Cautela, ma basta allarmismi”
  • “Economia siciliana rischia di rimanere in grave stato di stallo”

Vaccini, green pass e riaperture. Tre punti per far ripartire il turismo nell’isola. Li illustra Giuseppe Corvaia, delegato alberghi e turismo di Sicindustria. Ma le vaccinazioni rappresentano la leva più importante per dare sicurezza, il green pass è un tassello strategico per restituire centralità ai viaggi mentre le riaperture sono necessarie per rianimare l’economia legata al turismo in Sicilia che rimane uno dei settori più colpiti dalla crisi dovuta al Covid19.

“Sono tre le tappe fondamentali su cui bisogna spingere per far ripartire il turismo. Vaccini, green pass e riaperture – sottolinea Giuseppe Corvaia -. Occorre riaprire e rimettere immediatamente in funzione la macchina del turismo, settore tra i più colpiti dalla crisi e alla drastica contrazione dei consumi dovuta alla pandemia”.

Basta allarmismi

E continua: “Basta con gli allarmismi, bisogna procedere con cautela, ma non dobbiamo dimenticare che se non si torna a viaggiare, non riaprono gli alberghi, non ripartono le assunzioni, non vengono alimentati tutti i settori economici che gravitano nel grande indotto turistico. Insomma l’economia siciliana rischia di restare in uno stato di grave stallo”.

Ieri l’allarme di Confcommercio Palermo

Ieri il presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio dopo aver chiesto le riaperture ha fatto il punto delle perdite in tutta l’isola da inizio pandemia. Numeri allarmanti: “Chiediamo da tempo di poter offrire un contributo alla ricerca della migliore soluzione, di aiutare a definire i protocolli e i migliori sistemi di prevenzione ma al nostro invito ad un confronto costruttivo il presidente della Regione Musumeci non ha nemmeno dato riscontro. Eppure siamo la categoria e la provincia più colpita di una Sicilia che già nel 2020 ha visto chiudere 20.000 aziende con 35.000 posti di lavoro persi e 11 miliardi in meno di fatturato e con la prospettiva nel 2021 di registrare la morte di un altro 30% di aziende che non riusciranno più ad aprire. “Mentre il medico sturìa, il malato se ne va”, come si dice dalle nostre parti”.