• Vaccini rapidi per la scuola, i sindaci scrivono a Razza
  • Anci disponibile a fornire elenchi personale comuni
  • Per gli italiani giusto imporre limitazioni a chi rifiuta il vaccino

Accelerare sul fronte dei vaccini, se non è possibile farlo con gli ultraottantenni, farlo almeno con i soggetti sotto i 55 anni che possono ricevere il vaccino Astra Zeneca

I comuni siciliani scrivono a Razza

“Per quanto riguarda i vaccini, è chiaro a tutti che la scuola sia un servizio pubblico essenziale. Auspico, dunque, che si proceda speditamente anche con la vaccinazione del personale scolastico degli enti locali impegnato negli asili e nelle altre scuole di ogni ordine e grado”.

Lo scrive il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando in una lettera all’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza nella quale sottolinea la disponibilità dell’associazione dei comuni siciliani “a favorire l’acquisizione da parte delle strutture sanitarie degli elenchi del personale degli enti locali”.

“Garantire il superamento dell’emergenza e la ripartenza del Paese – conclude Orlando- è un traguardo importantissimo che deve vedere tutte le istituzioni, soprattutto quelle territoriali, coinvolte e impegnate in questo sforzo”.

La frenata sui vaccini over 80

Una lettera che arriva proprio quando in Sicilia la vaccinazione degli ultraottantenni subisce una battuta d’arresto, almeno nella fase di prneotazione, anche se questo non dovrebbe influire sulla somministrazione che prende il via domani.

Diverso è il percorso per la somministrazione del vaccino Astra Zeneca al di sotto dei 55 anni. Intanto una indagine sull’opinione degli italiani rivela che la maggioranza sarebbe favorevole o comunque non contraria all’imposizione di limitazioni a chi rifiuta il vaccino.

Limitazioni per chi rifiuta il vaccino

Per il 50% degli italiani è giusto introdurre delle limitazioni per coloro che, pur potendo vaccinarsi contro il Covid-19, decideranno di non farlo, mentre il 24,6% non è d’accordo e il 25% è indeciso. E’ uno dei punti emersi dall’indagine condotta su un campione di oltre 12.300 persone, dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, presentata questa mattina.

In generale la maggiore parte degli intervistati (62,8%) pensa che i rischi legati alla malattia da Covid19 siano maggiori dei possibili effetti collaterali del vaccino, contro il 15,3% che non è d’accordo. La ricerca ha analizzato anche le convinzioni degli italiani su alcune delle critiche e dubbi che più spesso si sentono circa i vaccini. E’ così emerso che per il 25,7% il vaccino contro il Covid-19 è un grande business per le case farmaceutiche e non c’è da fidarsi, contro il 42,3% che non è d’accordo, mentre per il 34,6% è stato sviluppato troppo velocemente per essere certi che sia sicuro ed efficace (contro il 35% che non è d’accordo). Il 54,1% pensa invece che i vaccini siano tra i prodotti farmaceutici più sicuri, e che sia giusto far vaccinare contro il Covid i propri genitori o familiari anziani (74,2%) appena possibile, o i propri figli (61%).

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